Se la fortuna di un’opera si può misurare anche dalle sue parodie, La pioggia nel pineto si conferma una volta di più uno dei testi più influenti della nostra storia letteraria. Forse a causa del suo costante utilizzo scolastico o per la sua funzione di testo base per ogni aspirante attore, questa lirica dannunziana è stata oggetto di rimaneggiamenti ironici e caricaturali oltre che di riprese letterali ed esplicite citazioni. Qui presentiamo due parodie, una firmata da un autore futurista, Luciano Fólgore, l’altra da uno dei più grandi poeti del Novecento, Eugenio Montale.
CONSONANZE CONTEMPORANEE - Luciano Fógore ed Eugenio Montale - Due parodie della Pioggia nel pineto
CONSONANZE CONTEMPORANEE
Luciano Fólgore ed Eugenio Montale
DUE PARODIE DELLA PIOGGIA NEL PINETO
E piove a dirotto
da tutte le nubi,
piove dai tubi
sfasciati
dell’acquedotto
del cielo,
piove sui cani spelati,
piove sul melo e sul tiglio,
piove sul padre e sul figlio,
piove sui putti1 lattanti
sui sandali rutilanti,2
su Pègaso bolso,3
su orïolo4 da polso,
piove sul tuo vestitino,
che m’è costato un tesauro,5
piove sulla salvia e sul lauro
sull’erbetta e sul rosmarino,
piove sulle vergini schive,
piove su Pàsife e Bacco,6
piove persin sulle pive
nel sacco.7
E piove soprattutto
sul tuo cappello distrutto
mutato in setaccio,
che ieri ho pagato
che adesso è uno straccio,
o Ermïone
che scordi a casa l’ombrello
nei giorni di mezza stagione.
(L. Fólgore, Poeti controluce, Campitelli, Foligno 1922)
Piove. È uno stillicidio
senza tonfi
di motorette o strilli
di bambini.
Piove
da un cielo che non ha
nuvole.
Piove
sul nulla che si fa
in queste ore di sciopero
generale.
[…]
Piove
non sulla favola bella
di lontane stagioni,
ma sulla cartella
esattoriale,
piove sugli ossi di seppia
e sulla greppia1 nazionale.
Piove
sulla Gazzetta Ufficiale
qui dal balcone aperto,
piove sul Parlamento,
piove su via Solferino,2
piove senza che il vento
smuova le carte.
(E. Montale, Satura, Mondadori, Milano 1971)
Per scriverne
Alla voce parodia il Vocabolario Treccani offre questa definizione: «Travestimento burlesco di un’opera d’arte, a scopo satirico, umoristico o anche critico, consistente, nel caso di opere di poesia (meno spesso di prosa), nel contraffare i versi conservandone la cadenza, le rime, il tessuto sintattico e alcune parole e, nel caso di opere musicali, nel sostituire le parole del testo originario, conservando intatto o con leggere variazioni il motivo». Poi aggiunge: «Con accezione più generica, imitazione deliberata, con intento più o meno caricaturale, dello stile caratteristico di uno scrittore, di un musicista, di un regista ecc., realizzata inserendo nella nuova composizione passi che ne rievochino con immediatezza la maniera; anche, imitazione caricaturale di noti personaggi del mondo dello spettacolo, della politica, dello sport ecc., del loro modo di parlare, di gesticolare, fatta per suscitare ilarità, molto frequente nel teatro comico e negli spettacoli di varietà». Conosci la parodia di una canzone o di un film? Descrivine il carattere e gli intenti, spiegando perché ti ha divertito o meno.
Il magnifico viaggio - volume 5
Dal secondo Ottocento al primo Novecento