Il magnifico viaggio - volume 4

I grandi temi La scelta del fiorentino Il problema della popolarità del linguaggio, che tormenta Manzoni sin dalla gioventù, diviene pressante nel momento in cui egli si volge alla stesura del romanzo, rendendosi conto ben presto dell estrema difficoltà del compito, moltiplicata dalla latitanza di un uso linguistico comune nella penisola e di una norma universalmente riconosciuta. Di qui i dubbi che accompagnano la transizione dall eclettismo del Fermo e Lucia al toscano-milanese della ventisettana (ovvero l edizione del 1827), figlio di febbrili spogli di vocabolari e altre fonti libresche. Subito dopo, il viaggio a Firenze, con la celebre risciacquatura dei panni in Arno , contribuisce a orientare l autore verso l uso vivo del ceto colto cittadino. A questa opzione è improntata la revisione linguistica del romanzo, che sfocia nell edizione definitiva, comparsa in dispense fra il 1840 e il 1842. Le riflessioni teoriche sulla lingua D altra parte, alla produzione creativa Manzoni accompagna intense riflessioni teoriche, che avrebbero dovuto convergere nel trattato Della lingua italiana, al quale lavora per decenni, scrivendone cinque redazioni senza mai giungere a un esito ritenuto soddisfacente. Nelle carte di questo «eterno lavoro , pubblicate solo nel XX secolo, lo scrittore articola le sue idee in materia di lingua, ragionando sul concetto di uso e confutando le posizioni espresse in merito da puristi e Classicisti. Nelle pagine di Sentir messa, egli insiste sui vantaggi del toscano, unico idioma utilizzato dagli italiani di varia provenienza per comunicare tra loro. La tesi fiorentinista viene pubblicamente espressa e difesa dallo scrittore in interventi più estemporanei, a cominciare dalla Lettera sulla lingua italiana a Giacinto Carena, pubblicata nel 1850, in cui auspica la redazione di un vocabolario dell uso vivo e caldeggia l individuazione di una capitale linguistica da assumere a modello. Come il latino fu la lingua di Roma e il francese è la lingua di Parigi, il fiorentino sarà la lingua dell Italia. L unità politica non può, secondo Manzoni, prescindere dall unità linguistica: la nuova nazione dovrà porsi e risolvere il problema. Queste convinzioni impregnano i numerosi interventi, pubblici e privati, che negli anni della vecchiaia Manzoni instancabilmente dedica a una questione che ritiene non puramente estetica, ma innanzitutto sociale e politica. RIFLESSIONE SULLA LINGUA DAI TEMI ai testi: T8 > p. 308 T19 > p. 383 ricerca di una lingua nazionale e popolare attraverso le tre redazioni dei Promessi sposi, l autore approda all adozione del fiorentino vivo (parlato dalle persone colte) la prosa di Manzoni si impone come modello linguistico Antonio Mancini, Il piccolo scolaro, 1872. Parigi, Museo d Orsay. 262 / IL PRIMO OTTOCENTO riflessione linguistica sviluppata in testi teorici

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Il magnifico viaggio - volume 4
Il primo Ottocento