Il magnifico viaggio - volume 4

DENTRO IL TESTO Alla vigilia della resa Addio, mia bella Le strategie della commozione I contenuti tematici «Questi versi , commentò Fusinato, «furono scritti alla vigilia della resa di Venezia, nell isola del Lazzaretto Vecchio, dove l autore trovavasi di guarnigione . Nell estate del 1849 l esercito austriaco da tempo stringeva d assedio la città, rimasta sola a resistere dopo la caduta di Roma, il ritiro dalle ostilità dei piemontesi e la cacciata di Garibaldi dalla Romagna. A piegare la resistenza dei veneziani furono l insostenibile difficoltà negli approvvigionamenti e il dilagare di un epidemia di colera. Ciò spiega l accorata frase rivolta dal gondoliere al poeta, più volte ripresa a mo di ritornello: Il morbo infuria, / il pan ci manca, / sul ponte sventola / bandiera bianca! Il ponte su cui sventola la bandiera è quello ferroviario, all epoca da poco inaugurato, unica via di collegamento fra Venezia e la terraferma (questo passo tornerà a insperata celebrità nel secondo Novecento, grazie a una fortunata canzone di Franco Battiato). Fusinato coniuga lo slancio patriottico al sentimentalismo. Affacciato al balcone, il poeta guarda il tramonto all orizzonte e intona un malinconico canto d addio: non a una donna ma alla città, in procinto di ricadere in mani straniere. Isolato e privo di notizie, in quanto di servizio su un isola, interpella un gondoliere di passaggio, che lo ragguaglia sulle condizioni disperate in cui versa Venezia. Furioso, il poeta maledice (pur senza nominarli) gli austriaci, responsabili della drammatica situazione veneziana, e si appella alla Storia, perché gridi ai posteri / tre volte infame / chi vuol Venezia / morta di fame! (vv. 53-56). Non resta che la via dell esilio: il poeta infrange la sua cetra (vv. 65-68) sulla pietra, perché senza libertà non è possibile comporre versi. Il ricordo della città amata e perduta gli rimarrà nel cuore indelebile come quello del primo amore. Le scelte stilistiche Per esprimere il proprio accorato coinvolgimento, il poeta inanella una serie di apostrofi, in cui si rivolge a diversi interlocutori: il sole d Italia (v. 27), la Storia (v. 50) e soprattutto la città di Venezia, alla quale riserva il brano più commosso, connotato da un crescendo Ippolito Caffi, Bombardamento notturno a Marghera, XIX secolo. Venezia, Museo del Risorgimento. LA CORRENTE / LA POESIA ROMANTICA IN ITALIA / 233

Il magnifico viaggio - volume 4
Il magnifico viaggio - volume 4
Il primo Ottocento