Lettere e saggi

Composto nel 1795 è il Tieste, che si basa sul mito di Atreo, il re di Argo la cui moglie Erope viene sedotta dal fratello di lui, Tieste, con il quale concepisce un figlio: Atreo si vendicherà uccidendo il bambino e offrendogliene le carni in un banchetto. Il mito è ripreso da Foscolo in chiave attualizzante, con riferimento alle condizioni politiche italiane: Atreo rappresenta la spietatezza della tirannia, Tieste il giovane appassionato che anela alla libertà. Nel 1810 Foscolo inizia a scrivere la tragedia Aiace, modellata sull omonima opera di Sofocle: il protagonista è un eroe libero e nobile (Aiace), nemico dell autoritarismo e ribelle a ogni tirannia (incarnata da Agamennone, nel quale i contemporanei videro una raffigurazione di Napoleone). Terminata e rappresentata a Bologna nel 1813 è, infine, la Ricciarda, storia di un amore sincero impedito da un principe assassino, sullo sfondo di un Medioevo cupo e sanguinario. LETTERE E SAGGI Un posto importante fra gli scritti in prosa spetta anche alle lettere: quelle private, personali, che compongono il ricchissimo epistolario, e quelle destinate alla pubblicazione, come le Lettere scritte dall Inghilterra (riunite fra il 1817 e il 1818) o Gazzettino del bel mondo, cronache, impressioni e giudizi sulla letteratura e sul costume, scritti durante il soggiorno inglese e a cui Foscolo ha voluto dare una forma epistolare. La produzione critica foscoliana comprende fra l altro saggi e articoli su Dante, Petrarca, Boccaccio, Ariosto, nonché alcuni interventi storico-teorici come la prolusione, ossia il discorso inaugurale, al corso universitario tenuto a Pavia, Dell origine e dell ufficio della letteratura (1809), e l orazione Sull origine e i limiti della giustizia (1825). Didimo, l uomo senza illusioni / T16/ Notizia intorno a Didimo Chierico, 14 / Il ritratto di un disilluso / Tra i 16 paragrafi che descrivono il carattere di Didimo, questo mette in luce in particolare il suo rapporto con il mondo, improntato ormai a un calibrato e saggio equilibrio, raggiunto dopo le intemperanze della giovinezza. 5 10 Insomma pareva uomo che essendosi in gioventù lasciato governare dall indole sua naturale,1 s accomodasse, ma senza fidarsene, alla prudenza mondana.2 E forse aveva più amore che stima per gli uomini; però3 non era orgoglioso né umile. Parea verecondo,4 perché non era né ricco né povero. Forse non era avido né ambizioso, perciò parea libero. Quanto all ingegno, non credo che la natura l avesse moltissimo prediletto, né poco. Ma l aveva temprato in guisa da non potersi imbevere degli altrui insegnamenti;5 e quel tanto che produceva da sé, aveva certa novità che allettava, e la primitiva ruvidezza6 che offende. Quindi derivava in esso per avventura7 quell esprimere in modo tutto suo le cose comuni;8 e la propensione di censurare9 i metodi delle nostre scuole. Inoltre sembravami,10 ch egli sentisse 1 governare naturale: essendosi lasciato guidare, in gioventù, dal proprio animo e dalla propria spontaneità. 2 s accomodasse mondana: avesse deciso di accordarsi alla prudenza, come si fa nelle situazioni mondane e in generale nei rapporti sociali, ma senza fidarsi davvero di tale prudenza. 3 però: perciò. 4 Parea verecondo: pareva, sembrava mi- surato. 5 temprato insegnamenti: forgiato in modo tale che non poteva assimilare passivamente gli insegnamenti altrui. 6 primitiva ruvidezza: schiettezza spontanea, autentica, che talvolta può urtare in quanto non sofisticata e plagiata dalla moderna mondanità. 7 per avventura: forse. 8 Quindi comuni: dunque da ciò derivava forse il fatto che le idee abituali venissero espresse da lui in maniera singolare. 9 censurare: criticare. 10 sembravami: mi sembrava. L AUTORE / UGO FOSCOLO / 141

Il magnifico viaggio - volume 4
Il magnifico viaggio - volume 4
Il primo Ottocento