Il magnifico viaggio - volume 3

195 200 205 mirra Oh Ciniro! Mi vedi presso al morire Io vendicarti seppi, e punir me Tu stesso, a viva forza, l orrido arcano dal cor mi strappasti Ma, poiché sol colla mia vita egli esce dal labro mio, men rea mi moro ciniro Oh giorno! Oh delitto! Oh dolore! A chi il mio pianto? mirra Deh! più non pianger; ch io nol merto Ah! sfuggi mia vista infame; e a Cecri ognor nascondi ciniro Padre infelice! E ad ingojarmi il suolo non si spalanca? Alla morente iniqua donna appressarmi io non ardisco; eppure, abbandonar la svenata mia figlia non posso * Rapidissimamente avventatasi al brando del padre, se ne trafigge. 195 l orrido arcano: l orribile segreto. 196-197 Ma mi moro: ma poiché tale se- greto (egli) è uscito dalla mia bocca sol- tanto insieme alla vita (cioè simultaneamente all atto di uccidermi), io muoio meno colpevole (men rea). 200 Cecri: moglie di Ciniro, madre di Mirra. 204 svenata: suicida. DENTRO IL TESTO Una creatura in lotta con sé stessa I contenuti tematici Quest opera della maturità appartenente al gruppo delle ultime tragedie alfieriane presenta un dramma diverso dagli altri: privo di contenuti politici, è intessuto su un azione pressoché inesistente e concentrato in dialoghi vibranti che scolpiscono la complessa psicologia della protagonista. Non assistiamo dunque a un conflitto di potere, ma a un dramma dell anima, che Mirra prova inutilmente a soffocare dietro un muro di silenzio. La donna non ha nulla di eroico: il suo dolore sembra piuttosto testimoniare la concezione pessimistica che Alfieri ha della vita umana, che non risparmia un anima delicata e innocente dal travaglio di una misteriosa colpa che la consuma. La fanciulla, del resto, è cosciente dell abnormità del suo sentimento incestuoso, moralmente inaccettabile perché in conflitto con le radici stesse della convivenza civile, contraddicendo la legge naturale del sangue su cui si basano i rapporti familiari e sociali. Eppure Mirra non è in grado di reprimere il proprio amore e di cancellare il lato oscuro e terribile di sé che lo ispira: la condanna sta nella sua stessa complessa personalità e in una condizione esistenziale che fa convivere nel suo animo la razionalità e l inconscio, la luce e il buio, un lato del carattere solare e un altro tenebroso. La violenza del dolore Anche il padre Ciniro è una figura complessa e articolata, che oscilla tra riprovazione e comprensione, tra severità e compassione, e che è al tempo stesso, per Mirra, oggetto del desiderio e nemico da respingere. L ambiguità e il dramma della contraddizione sconvolgono tutti gli equilibri, rendendo le persone irresolute e incapaci di agire: Mirra ora si abbandona al dolore, ora rimprovera il padre di non comprenderla, ora rifiuta il suo sposo, ora lo piange sinceramente. Solo quando il padre comprende la realtà, la tensione si libera in un grido di dolore. Il climax della confessione La progressione che porta alla confessione di Mirra può essere letta come una sorta di climax. Ciniro prima è sdegnato per il rifiuto della figlia e parla da genitore autoritario, nell ottica dell onore regale e familiare. Poi, per indurla a dichiarare le cause del suo comportamento, fa leva sui sensi di colpa della figlia, rivelandole il suicidio di Pereo: siamo qui di fronte al 570 / IL SETTECENTO

Il magnifico viaggio - volume 3
Il magnifico viaggio - volume 3
Il Seicento e il Settecento