La modernità di Parini ecologista e moralizzatore (Roberto Cicala)
PALESTRA DI SCRITTURA
«Al fetido limo / la mia cittàde espose, / e per lucro ebbe a vile / la salute civile»1
è l’accusa in poesia di Giuseppe Parini 250 anni fa contro gli amministratori di
Milano che, lucrando sulle marcite2 di riso vicine alle mura, dove nell’acqua «bestemmia
il fango», non si preoccupano della salubrità dell’aria.
5 La protesta del poeta ecologista ante litteram non è l’unica suggestione d’attualità
dell’opera del grande «milanese di Bosisio», dove nasce nel 1729, figlio di un
modesto mercante di stoffe. Sacerdote per necessità, si adatta a dare ripetizioni a
palazzo Serbelloni ma riesce a entrare nell’accademia dell’Arcadia con l’originale
pseudonimo Darisbo Elidonio. Nel clima neoclassico della capitale lombarda,
10 mentre si costruisce l’Arco della pace e nasce Brera,3 di cui diviene sovrintendente
scolastico, Parini celebra in versi la bellezza femminile pur ammettendo che
«amor con l’età fervida / convien che si dilegua».
Nelle situazioni di cuore Parini è in effetti meno efficace di quando fa il fustigatore
di costumi: per esempio nell’ode La musica, in cui condanna l’abitudine
15 di evirare giovani cantori per mantenere cristallina la loro voce. Respira anche
illuminismo e in Il bisogno del 1766 tratta la giustizia e l’equilibrio della pena
per i condannati sposando la tesi di Beccaria in Dei delitti e delle pene di due anni
prima. Soffre però il fatto che la società non tenga nel giusto conto le parole dei
poeti, come se «la letteratura sia inutile ornamento». Non rinuncia comunque alla
20 necessità di educare quella classe dirigente osservata in casa Serbelloni e poi Imbonati,
dove legge le novità francesi, dal Candido di Voltaire, bestseller dell’epoca,
all’Encyclopédie di Diderot e D’Alambert appena pubblicata.
Sono letture stimolanti anche per altre odi sul progresso scientifico come L’innesto
del vaiuolo, dedicata a Gianmaria Bicetti de’ Buttinoni, medico di Treviglio,
25 famoso non tanto per i versi delle Lagrime in morte d’un gatto che Carducci amerà
ricordare, quanto perché nella primavera del 1765 di fronte a una violenta epidemia
di vaiuolo in Lombardia pensa di prevenire il contagio per mezzo dell’innesto:
riceve la gratitudine dell’imperatrice Maria Teresa che lo gratifica di mille
zecchini gigliati.
30 Parini resta «un uomo a cui sanguina il cuore e che fa il viso allegro» come
dirà De Sanctis,4 grazie alla capacità di contenere i sentimenti con un’ironia che
mai scade come mai viene meno la sua moralità: «Non ricchezza né onore / con
frode o con viltà / il secol venditore / mercar non mi vedrà». Resta irreprensibile
tanto nei libri quanto in società: una sera al teatro regio (incendiato nel 1775 e
35 ricostruito dal Piermarini5 allargandosi sul terreno del convento di Santa Maria
della Scala, da cui il nome del nuovo teatro) sente urlare «Morte agli aristocratici»
e lui risponde gridando «Morte a nessuno. Viva la libertà!
Roberto Cicala, La modernità del Parini ecologista e moralizzatore, ©“la Repubblica”, 17 ottobre 2014
COMPRENSIONE E INTERPRETAZIONE
1 Quale accusa viene mossa da Parini agli amministratori di Milano?
2 Che cosa intende dire l’autore definendo il poeta un ecologista ante litteram (r. 5)?
3 Perché, come suggerisce il titolo dell’articolo, Parini può essere indicato come un moralizzatore?
4 Quale influenza ha avuto sui versi del poeta la sua formazione illuministica?
5 Quale aspetto del temperamento di Parini viene esaltato nel giudizio di De Sanctis?
6 Che cosa vuole evidenziare l’autore riportando l’aneddoto che chiude il suo articolo?
7 Per quali ragioni, a tuo giudizio, l’articolo presenta molte citazioni? Si tratta di uno sfoggio di erudizione o di una precisa strategia stilistica? Motiva la tua risposta.
RIFLESSIONI E COMMENTO
L’articolo sottolinea la volontà di Parini di affrontare tematiche a lui contemporanee, anche sulla scorta degli ideali illuministici che lo influenzarono. Scrivi un testo che affronti il tema dell’impegno civile degli intellettuali: oggi ritieni che sia doveroso per loro occuparsi delle grandi questioni riguardanti il proprio tempo? Oppure sei dell’opinione che solo altri soggetti – politici, economisti, giornalisti ecc. – debbano misurarsi con i problemi della nostra epoca? Esprimi la tua tesi al riguardo e sostienila con argomentazioni tratte dalle conoscenze acquisite nel tuo percorso di studio e dalle tue riflessioni personali.
Il magnifico viaggio - volume 3
Il Seicento e il Settecento