T5 - Dichiarazioni di amore filiale

T5

Dichiarazioni di amore filiale

Re Lear, atto I, scena I

Riportiamo la scena iniziale di Re Lear, quella della spartizione del regno. Prima di decidere per la divisione del potere tra le sue tre figlie, il sovrano intende assicurarsi del loro affetto.

lear Nel frattempo, esporremo1 i nostri più segreti propositi. Datemi quella mappa. 

Sappiate, dunque, che abbiamo diviso il nostro regno in tre parti; ed è nostra 

ferma intenzione di scuoter dalle nostre vecchie spalle tutte le cure e tutte le 

faccende di stato, per affidarle a forze più giovani, nel mentre che noi, liberati dal 

5      fardello, ci trascineremo verso la morte. Figliuol nostro di Cornovaglia, e anche 

te, non meno caro figliuolo d’Albania,2 è venuta l’ora in cui è nostra inalterabile 

volontà di proclamar pubblicamente l’ammontare della dote delle nostre figliuole, 

così che fin d’ora possa essere prevenuta qualsiasi ragione per future contese. 

I principi di Francia e Borgogna, illustri rivali nell’amore della nostra figliuola 

10    più giovane, hanno soggiornato ormai da lungo tempo alla nostra corte per farvi 

la loro richiesta d’amore, e debbono pur avere una risposta.3 Ordunque, figliuole 

– dal momento che proprio oggi intendiamo spogliarci insieme e del governo, e 

d’ogni possedimento territoriale, e d’ogni cura dello stato – quale fra voi diremo 

che ci porta affetto maggiore? Rispondetemi, in modo che possiamo estendere 

15    la nostra generosità fin là dove la reclamano, a un tempo, e la nascita e il merito. 

Goneril, parla tu per prima, che per prima sei nata.

goneril Signore, io v’amo più di quanto possa esprimerlo a parole; voi mi siete più 

caro e della vista e dello spazio e della libertà, e più di qualsiasi cosa che si debba 

valutare rara e preziosa; e insomma non meno della vita, quando si sia in 

20    grazia di Dio, in buona salute, e s’abbia bellezza e onore; vi amo più di quanto 

un figliuolo non abbia mai amato il proprio padre, o di quanto mai un padre 

sentì d’essere amato; di un amore, insomma, tale da rendere povero il respiro 

e incapace la parola, e superiore a tutti questi modi così straordinari d’amare.

cordelia (a parte) Che potrà mai dir Cordelia? Dovrà amare e tacere.

25    lear Di tutto quel che si trova entro questi confini, da questa linea a quest’altra, 

con ombrose foreste e fertili campagne, fiumi ricchi d’acque ed estese praterie, 

di tutto questo ti rendiamo signora: e sia goduto in perpetuo4 dalla discendenza 

tua e d’Albania. E che dice la nostra seconda figliuola, la nostra dilettissima 

Regan, sposa a Cornovaglia?

30    regan Son fatta dello stesso metallo che la sorella mia, e mi penso di dover esser 

valutata quanto lei. E sento nel profondo del mio cuore che le sue parole 

s’adattano perfettamente a esprimere anche l’amor mio, non fosse ch’ella rimane 

un poco indietro: perch’io mi professo nemica di tutte l’altre gioie che anche 

il più delicato affinamento dei sensi riesce a far provare, e so ritrovare la piena 

35    felicità soltanto nell’amore da portarsi alla cara altezza vostra.

cordelia (a parte) Che può seguirne, povera Cordelia? Eppure non dovrei 

preoccuparmi, sicura come sono che l’amor mio pesa più che la mia lingua.

lear A te e alla tua discendenza rimanga per sempre in eredità questo ampio terzo 

del nostro bel regno, che per spazio e valore non è da meno che quello 

40    assegnato a Goneril. Ed ora a te, mia diletta. Ultima, ma non certo ultima nel 

nostro affetto, nel cui amore s’interessano a gara le viti di Francia e il latte di 

Borgogna.5 Che sai dir tu, per strappar dalle nostre mani un terzo anche più 

opulento che quello delle tue sorelle? Parla.

cordelia Nulla, mio signore.

45    lear Nulla?

cordelia Nulla.

lear Il nulla verrà fuori dal nulla. Di’ ancora qualche cosa.

cordelia Infelice ch’io mi sono, non riesco a sollevare il mio cuore tanto alto quanto 

la mia bocca:6 amo la maestà vostra per quanto m’obbliga il mio dovere 

50    filiale: né più, né meno.

lear Ebbene, Cordelia! cerca di correggere qualche poco le tue parole così che tu

non debba danneggiare la tua fortuna!

cordelia Mio buon signore, voi mi avete generata, mi avete allevata e mi avete 

amata: ed io vi corrispondo di rimando7 con tutti quegli obblighi che si 

55    convengono a una figlia, epperò8 vi obbedisco, vi amo, e vi onoro sopra tutti gli 

altri. Perché han tolto9 marito le mie sorelle, dal momento che, come dicono 

esse stesse, il loro amore è tutto per voi? Quand’io mi sposerò, se mai dovrà 

accadere, quell’uomo la cui mano riceverà il pegno della mia fede10 avrà diritto 

a toglier con sé metà del mio amore, e metà delle mie cure e dei miei doveri: e 

60    certamente non avverrà ch’io mi mariti al modo che le mie sorelle, per serbare 

tutt’intero l’amor mio soltanto a mio padre.

lear Hai messo davvero il tuo cuore, in quel che hai detto?

cordelia Sì, mio buon signore.

lear Tanto giovane e tanto, per contro, poco tenera?

65    cordelia Tanto giovane, mio signore, quanto sincera.

lear E così sia. Abbiti la sincerità per tutta dote! Che, per lo splendore sacro del 

sole, per i misteri di Ecate11 e della notte, per l’influsso astrologico delle sfere12 

grazie al quale noi esistiamo e cessiamo di esistere, io sconfesso in questo punto 

ogni mia cura paterna, ogni vincolo ed ogni affinità di sangue con te, e a partire 

70    da questo istante ti terrò per sempre straniera al mio cuore ed a me. Il 

barbaro scita, ovvero colui che sazia la propria fame con la sua stessa  progenie,13 

potrà vantare l’affetto del mio cuore, e potrà trovarvi e compassione e soccorso, 

quanto ne troverai tu, che un tempo fosti mia figlia.

kent14 Mio buon sovrano…

75    lear Zitto, Kent. Non venirti a mettere fra il drago e la sua furia.15 L’amavo sopra 

ogni altra cosa, e mi pensavo di affidare il riposo dei miei ultimi giorni alle sue 

cure amorose. Vattene via di qui, e sparisci per sempre dalla mia vista. Ch’io 

possa ritrovare la mia pace soltanto nella tomba, per quant’è vero che qui tolgo 

da lei il cuore e l’affetto di suo padre! Chiamate Francia! Suvvia, non si muove 

80    nessuno? Chiamate Borgogna! Cornovaglia e Albania, s’incorpori l’ultimo terzo 

alle doti delle mie due figliuole. Vada pure sposa all’orgoglio, ch’ella chiama 

bensì semplice schiettezza. Investo voi due, unitamente, di tutta la mia autorità, 

della mia sovranità e di tutte le ampie prerogative che s’adunano attorno al 

capo del re. Durante il periodo d’un mese, eleggeremo la nostra dimora presso 

85    ciascuno di voi, secondo un turno regolare, e riservandoci una scorta di cento 

cavalieri che dovranno essere mantenuti da voi. Terremo per noi soltanto il 

nome di re e tutti gli onori che a quel nome son dovuti: il comando, le rendite 

e il disbrigo di tutto il resto, figli diletti, sia per voi. Ed a conferma di tutto questo, 

dividete fra voi questa corona.

90    kent Nobile Lear, ch’io sempre ebbi a onorare qual mio sovrano, ad amare come 

un padre, a seguire come un padrone, ed a cui ebbi sempre a rivolgermi come 

a un santo protettore nelle mie preci…16

lear L’arco è piegato e la corda è tesa: evita lo strale.17

kent Sia scoccato, invece, pur se la sua punta forcuta debba penetrare nella regione 

95    del mio cuore. Sia pure Kent scortese, quando Lear è matto. Che pretenderesti mai 

di fare, vecchio? Credi forse che il dovere abbia paura di parlare quando l’autorità 

s’inchina all’adulazione? L’onore è piuttosto costretto alla più nuda sincerità, 

quando la maestà si mortifica fino alla follia. Richiama indietro la tua sentenza, e 

dopo aver pesato le decisioni con miglior discernimento, frena codesta tua orribile 

100 precipitazione. Del mio giudizio, risponda pure la mia vita: sappi dunque che la 

più giovane tra le tue figliuole non è certo quella che t’ama di meno: né vuoto è il 

cuore di quanti, con voce sommessa, non riverberano la menzogna.18

lear Kent, per la tua vita, non seguitare!

kent Ho sempre considerato la mia vita soltanto una posta da rischiare contro i 

105 nemici tuoi: né il perderla mi dà paura, quando ne vada della tua salvezza.

lear Scompari dalla mia vista!

kent Cerca di vederci meglio, Lear: e procura ch’io resti ancora il punto della mira 

del tuo occhio.

lear Ora, per Apollo…

110 kent Ora, per Apollo, o re, è invano che tu giuri per i tuoi dèi.

lear Ahi, vassallo, miscredente! (pone mano alla spada)

albania e cornovaglia Diletto signore, fermatevi!

kent Uccidi dunque il tuo medico e offri invece il tuo onorario al morbo crudele. 

Chiedi indietro i tuoi doni, che altrimenti, fintanto che avrò fiato in gola, ti 

115 dirò che mal ne hai disposto.

lear Odimi, rinnegato! Odimi, per il tuo dovere di suddito! Dal momento che hai 

tentato di indurci a rompere i nostri voti – cosa che non abbiamo mai osato 

fare prima d’ora – e, con inusitato orgoglio, d’interporti fra la nostra sentenza e 

la nostra autorità, le quali cose non può ammetter la nostra natura né il nostro 

120 grado, ci si avvalga del potere ch’è in nostra mano, e ti si dia quel che meriti. 

Cinque giorni ti saranno accordati acciò provveda a metterti al riparo delle 

iatture19 che questo mondo ha in serbo per te: al sesto dì, fa’ che tu volga le tue 

spalle esecrate20 al nostro regno. Che, se al decimo la tua carcassa esiliata21 si 

trovi ancora entro i nostri confini, in quello stesso istante, per te, sarà decretata 

125 la morte. Vattene, e per Giove, questa sentenza non sarà davvero richiamata 

indietro!

kent Sta bene, o re; addio! Dal momento che vuoi apparire in questa veste, vuol 

dire che la libertà non vive più qui, e che al suo luogo alberga l’esilio. (a Cordelia

Gli dèi ti prendano sotto la loro preziosa protezione, o fanciulla che 

130 pensi secondo rettitudine, e che soprattutto secondo rettitudine hai parlato! (

Goneril e a Regan) Possano le vostre azioni dimostrar che le vostre molte parole 

erano schiette, così che da parole d’amore possano scaturire de’ benefici effetti. 

E così, o principi, Kent porge a voi tutti il suo saluto: egli manterrà il suo corso 

usato anche in nuove contrade. (esce)

 >> pagina 234 

DENTRO IL TESTO

I contenuti tematici

Lear ha deciso di dividere il regno fra le tre figlie, in proporzione dell’affetto che ognuna nutre per lui; per questo motivo chiede loro in quale misura gli siano devote. Goneril e Regan ostentano un amore smisurato per il padre, e ottengono ciascuna un terzo del regno. Cordelia, incapace di simili, interessati attestati di affetto, risponde invece di amare il padre nel solo modo in cui il suo dovere richiede. Il vecchio re, adiratosi, divide allora tra le due sorelle maggiori anche la parte di regno che sarebbe spettata a lei.

A campeggiare nella scena è proprio Cordelia: modesta, sincera e non disposta a calcoli meschini, la sua figura contrasta apertamente con quella delle sorelle, avide di dominio e di ricchezza. La figlia più giovane di Lear non ha dubbi circa i suoi autentici sentimenti verso il padre (Eppure non dovrei preoccuparmi, sicura come sono che l’amor mio pesa più che la mia lingua, rr. 36-37), ma non è capace di piegarli a miseri calcoli di potenza.

Re Lear, adirato, non intende quanto vero e profondo sia l’affetto di Cordelia verso di lui; egli diviene così non solo responsabile dell’infelicità della figlia più giovane, ma anche della propria sventura, manifestandosi drammaticamente inabile a «distinguere tra malvagità e bontà, e cooperante, nella sua colpevole ignoranza, al trionfo del male» (Praz). Invano il conte di Kent cerca di indurre il re a ragionare, difendendo Cordelia e i suoi diritti, e anche al fidato consigliere la sincerità procura una grave punizione: il bando dal regno. In Lear, dunque, alla cecità di padre corrisponde la cecità di sovrano, che non sa apprezzare la lealtà di un suo consigliere fedele, l’unico che ha il coraggio di criticare la sua decisione per amore non solo della verità, ma anche della stabilità del trono. Quello di Lear è insomma un potere miope, autoritario e autoreferenziale, incapace di tollerare le critiche e perciò destinato a distruggere sé stesso: la sua orgogliosa presunzione si esprime qui come mancanza di assennatezza e di senso della misura.
 >> pagina 235

Le scelte stilistiche

I registri stilistici sono attentamente commisurati allo status e alla psicologia dei personaggi, contribuendo in modo determinante alla loro caratterizzazione. Il sovrano, sicuro di sé e della propria dignità regale, impiega un registro formale e solenne con il ricorso al plurale maiestatis (esporremo, r. 1; abbiamo diviso, r. 2). Goneril e Regan si esprimono invece in modo enfatico e iperbolico, giungendo a utilizzare formule che ricordano quelle di certa lirica amorosa (voi mi siete più caro e della vista e dello spazio e della libertà, e più di qualsiasi cosa che si debba valutare rara e preziosa, rr. 17-19; un amore […] tale da rendere povero il respiro e incapace la parola, rr. 22-23), con un’eloquenza che genera subito sospetti circa la verità dei sentimenti che proclamano. Il linguaggio di Cordelia è semplice e sobrio, e manifesta l’incapacità della giovane figlia – forse per pudore o per timore di non essere capita – di esprimere al padre la profondità del suo affetto (non riesco a sollevare il mio cuore tanto alto quanto la mia bocca, rr. 48-49). Il discorso del fedele vassallo Kent, infine, è acceso, indignato e diretto (Sia pure Kent scortese, quando Lear è matto, r. 95), esprimendo la reazione istintiva all’ingiustizia di cui è testimone.

VERSO LE COMPETENZE

Comprendere

1 Che cos’è il fardello di cui si parla alla r. 5?


2 Che cosa significa la frase Il nulla verrà fuori dal nulla (r. 47)?


3 Con quali argomenti Cordelia prende le distanze da quanto è stato detto dalle sue sorelle?


4 Che cosa vuol dire l’espressione Abbiti la sincerità per tutta dote (r. 66)?


5 In che modo il re interpreta la sincerità di Cordelia?

Analizzare

6 Individua le similitudini e le metafore utilizzate da Goneril e da Regan. Quale effetto sortiscono all’interno dei loro discorsi?


7 Quali personaggi presenti sulla scena possiamo individuare come aiutanti di re Lear e quali come suoi oppositori?

Interpretare

8 Quella di re Lear è stata letta anche come una tragedia della vecchiaia: la vicenda di un padre anziano che, bisognoso di sentirsi amato dalle figlie, è vittima dell’incapacità di distinguere la sincerità dalla menzogna. Ti sembra che questa interpretazione sia condivisibile? perché? Rispondi facendo riferimento al brano letto.

Educazione CIVICA – Spunti di realtà

Uno dei temi centrali del Re Lear è quello del tortuoso e tormentato passaggio di poteri da una generazione a un’altra e della contrapposizione che questo passaggio genera. Un simile conflitto sta avendo luogo nella nostra epoca, nella quale il rapporto generazionale – per ragioni culturali, politiche, sociali ed economiche – appare pericolosamente sbilanciato a favore dei più anziani. Ha scritto Dacia Maraini in un suo libro recente, La scuola ci salverà (2021): «I ragazzi di oggi chiedono di essere presi sul serio, e non trattati come un popolo che non vota e quindi da trascurare». Forse anche perché consapevoli di tali richieste, alcune forze politiche hanno avanzato la proposta di attribuire il diritto di voto anche ai ragazzi a partire dai 16 anni d’età.


• Per approvare provvedimenti di questa natura, bisognerebbe attuare una modifica costituzionale. Qual è l’iter parlamentare in questo caso? Ma, al di là degli aspetti giuridici, che cosa ne pensi? Ritieni che i tuoi coetanei possiedano una cultura politica adeguata per esercitare responsabilmente l’eventuale diritto di voto? Discutine con la classe.

Il magnifico viaggio - volume 3
Il magnifico viaggio - volume 3
Il Seicento e il Settecento