T4 - Romeo e Giulietta: la scena del balcone

T4

Romeo e Giulietta: la scena del balcone

Romeo e Giulietta, atto II, scena II

Romeo Montecchi e Giulietta Capuleti si sono conosciuti a una festa in maschera organizzata dal padre della ragazza e si sono subito reciprocamente innamorati. Scambiatisi un bacio, solo dopo hanno saputo di appartenere a due famiglie rivali. Ora è notte, e la festa è finita, ma Romeo, assorto nel pensiero di lei, non riesce ad allontanarsi dal palazzo. Entra così nel giardino, dove, senza che la ragazza si accorga inizialmente della sua presenza, trova Giulietta affacciata al balcone della propria camera.


Metro Il metro originale del teatro elisabettiano è il blank verse, un pentametro giambico formato da 5 piedi di 2 sillabe con accento sulla seconda; privo di corrispettivo nella metrica italiana, è reso nelle traduzioni con versi liberi o in prosa.

romeo Scherza con le ferite chi non ne ha mai ricevute.1

Giulietta appare al balcone

Silenzio! Quale luce irrompe da quella finestra lassù?

È l’oriente, e Giulietta è il sole.

5      Sorgi, vivido sole, e uccidi l’invidiosa luna,

malata già e pallida di pena

perché tu, sua ancella, di tanto la superi in bellezza.

Non essere la sua ancella, poiché la luna è invidiosa.

Il suo manto di vestale2 è già di un verde smorto,

10    e soltanto i pazzi lo indossano. Gettalo via.

È la mia donna; oh, è il mio amore!

se soltanto sapesse di esserlo.

Parla, pure non dice nulla.3 Come accade?

Parlano i suoi occhi; le risponderò.

15    No, sono troppo audace; non parla a me;

ma due stelle tra le più lucenti del cielo,

dovendo assentarsi, implorano i suoi occhi

di scintillare nelle loro sfere fino a che non ritornino.

E se davvero i suoi occhi fossero in cielo, e le stelle nel suo viso?

20    Lo splendore del suo volto svilirebbe allora le stelle

come fa di una torcia la luce del giorno; i suoi occhi in cielo

fluirebbero per l’aereo spazio così luminosi

che gli uccelli canterebbero, credendo finita la notte.

Guarda come posa la guancia sulla mano!

25    Oh, fossi un guanto su quella mano

e potessi sfiorarle la guancia!

giulietta Ahimè!

romeo Parla.

Oh, parla ancora, angelo splendente! poiché

30    tu sei gloriosa in questa notte, alta sopra il mio capo,

come appare un alato messaggero del cielo4

agli occhi stralunati e attoniti

dei mortali piegati all’indietro a contemplarlo

mentre cavalca le nubi in lento movimento

35    e veleggia sul grembo dell’aria.

giulietta O Romeo, Romeo! perché sei Romeo?

Rinnega tuo padre e rifiuta il tuo nome!

Oppure, se non vuoi, giura soltanto di essere

il mio amore e io non sarò più una Capuleti.

40    ROMEO Ascolterò ancora, o risponderò a questo?

giulietta Solo il tuo nome mi è nemico.

Tu sei tu, se anche non fossi un Montecchi.

Che cos’è un Montecchi? né mano, né piede,

né braccio, né volto, né altra parte

45    che componga un uomo. Oh, sii un altro nome!

Un nome che cos’è? quel che chiamiamo rosa,

avrebbe forse un profumo meno dolce con un altro nome?

Così Romeo, se non fosse Romeo,

riterrebbe5 quella cara perfezione che possiede

50    senza quel titolo. Oh Romeo, rinuncia al tuo nome,

e per quel nome,6 che non è parte di te

prendi tutta me stessa.

romeo Ti prendo in parola.7

Chiamami soltanto amore e sarò battezzato di nuovo;

55    d’ora in poi non voglio essere mai più Romeo.

giulietta Chi sei tu, che, all’ombra della notte,

invadi così i miei pensieri?

ROMEO Con un nome

non so dirti chi sono.8

60    Il mio nome, o cara santa, è a me stesso odioso

perché ti è nemico.

L’avessi scritto, strapperei quella parola.

giulietta Le mie orecchie non hanno bevuto cento parole9

di questa voce, eppure ne conosco il suono:

65    non sei Romeo e un Montecchi?

romeo Né l’uno né l’altro, bella fanciulla, se

l’uno o l’altro ti dispiacciono.

giulietta Come sei venuto qui, dimmi, e perché?

I muri del giardino sono alti e ardui da scalare,

70    e il luogo è morte,10 riflettendo chi tu sei,

se qualcuno di casa mia ti scopre qui.

romeo Con le ali lievi d’amore volai sopra quei muri:

confini di pietra non sanno escludere amore,

e quel che amore può fare, amore osa tentarlo:

75    i tuoi parenti non sono un ostacolo per me.

giulietta Se ti vedono ti uccideranno.

romeo Ahimè, c’è pericolo maggiore nel tuo sguardo

che in venti delle loro spade. Sii tu dolce con me,

e al loro odio sarò invulnerabile.

80    giulietta Non vorrei per nulla al mondo che ti vedessero qui.

romeo Il manto della notte mi cela ai loro occhi;

se tu non mi ami, lascia pure che mi trovino.

Meglio perdere la vita per il loro odio,

che allontanare la morte nell’assenza del tuo amore.

85    giulietta Chi ti ha guidato a scoprire questo luogo?

romeo L’amore, che primo mi spinse a chiedere:

l’amore mi offrì consiglio, io gli offrii i miei occhi.

Non sono pilota;11 pure, se tu fossi lontana

quanto l’immenso lido bagnato dal mare più lontano,

90    partirei all’avventura per una simile merce.

giulietta Tu vedi, la maschera della notte è sul mio viso,

altrimenti il rossore mi dipingerebbe la guancia

per quel che mi hai sentito dire stanotte.

Come vorrei salvare la forma, sì, sì, come vorrei negare

95    quel che ho detto; ma bando ai complimenti!

Mi ami? So che dirai “sì” e io ti crederò; però, se giuri,

potresti rivelarti falso: agli spergiuri degli amanti,

Giove, dicono, ride. O dolce Romeo,

se mi ami, dillo apertamente;

100 ma se pensi che io mi lasci vincere troppo in fretta,12

sarò crudele, e accigliata,13 e dirò di no

perché14 tu mi corteggi, che altrimenti, non lo direi per nulla al mondo.

È vero, bel Montecchi, che ti amo troppo,

e per questo potrai stimare leggera la mia condotta;

105 ma credimi, signore, mi mostrerò più sincera

di quelle che hanno più astuzia e sanno apparire ritrose.

Avrei dovuto esserlo di più, lo riconosco,

ma tu hai udito, prima che io me ne avvedessi,

le mie appassionate parole d’amore. Dunque perdonami

110 e non attribuire a leggerezza d’amore questo mio abbandono

che la notte ombrosa ha così rivelato.

romeo Signora, giuro per la benedetta luna lassù

che sfiora d’argento le cime di questi alberi…

giulietta Oh, non giurare per la luna, la luna incostante

115 che ogni mese muta nel cerchio della sua orbita,15

perché il tuo amore non si riveli altrettanto mutevole.

romeo Su che cosa devo giurare?

giulietta Non giurare affatto;

oppure, se vuoi, giura sulla tua graziosa persona,

120 divinità che il mio cuore  idolatra,

e io ti crederò.

romeo Se il caro amore del mio cuore…

giulietta No, non giurare. In te è la mia gioia,

ma non vi è gioia in un nostro patto stanotte:

125 troppo impetuoso, troppo avventato, improvviso:

come il lampo che cessa di essere prima

che si possa dire “lampeggia”. Caro, buona notte!

Questo germoglio d’amore, maturato dal dolce vento

d’estate, sarà forse uno splendido fiore

130 al nostro prossimo incontro.

Buona notte, buona notte! Dolce riposo e quiete

scendano nel tuo cuore come nel mio!

romeo Oh, vuoi lasciarmi così insoddisfatto?

giulietta Quale soddisfazione puoi avere stanotte?

135 romeo Scambiare il pegno del tuo amore sincero col mio.

giulietta Il mio te l’ho donato prima che tu lo chiedessi;

e tuttavia vorrei fosse ancora da donare.

romeo Vorresti riprenderlo? A quale scopo, amore?

giulietta Soltanto per essere prodiga, e donartelo ancora;

140 e tuttavia non desidero se non ciò che posseggo;

il mio slancio è infinito come il mare,

e non meno profondo è il mio amore; più te ne dono

più ne posseggo, perché entrambi sono infiniti.

Sento una voce dentro; amore caro, addio!

145 La Nutrice chiama da dentro

Subito, nutrice! Dolce Montecchi, sii fedele.

Resta solo un poco; io tornerò di nuovo. Esce

romeo Benedetta, benedetta notte! Ho paura,

essendo notte, che tutto questo altro non sia che un

150 sogno, una lusinga troppo dolce per avere sostanza.

Rientra Giulietta, in alto

giulietta Due parole, caro, e poi davvero

buona notte. Se il tuo amore è onesto, se il tuo

scopo è il matrimonio, mandami a dire domani, da chi

155 verrà da te a nome mio, dove e quando

vuoi celebrare il rito; e io deporrò ai tuoi piedi

tutte le mie fortune e ti seguirò

per il mondo intero, mio signore.

nutrice (di dentro) Signora!

160 giulietta Subito, vengo. – Ma se non hai intenzioni

onorevoli, allora ti supplico…

nutrice (di dentro) Signora!

giulietta Ora subito, vengo… –

… di non parlarmi più e lasciarmi al mio dolore.

165 Manderò domani.16

romeo Così possa salvarsi la mia anima…

giulietta Mille volte buona notte! Si ritira

romeo Mille volte cattiva notte, quando manca la tua luce.

Amore va verso amore come gli scolari fuggono dai

170 libri; ma amore si allontana da amore

con la tristezza con cui vanno a scuola.

Rientra Giulietta, di sopra

giulietta Pst, Romeo, pst! Oh, avessi voce di falconiere17

per richiamare a me il mio bel falco!

175 La schiavitù è roca e non può gridare;

che altrimenti lascerei l’antro dove giace Eco,

e renderei più roca della mia la sua aerea voce

col ripetere il nome di Romeo.18

romeo È la mia anima19 che invoca il mio nome.

180 Come risuona dolce e chiara di notte la voce

degli amanti, musica soavissima per chi l’ascolta.

giulietta Romeo!

romeo Cara?

giulietta A che ora, domani, manderò da te?

185 romeo Alle nove.

giulietta Non dimenticherò. Sono vent’anni sino ad allora.20

Non ricordo perché ti ho richiamato indietro.

romeo Lasciami restare finché lo ricordi.

giulietta Dimenticherò ancora, per averti qui,21

190 ricordando solo quanto amo la tua compagnia.

romeo E io resterò ancora, perché tu ancora dimentichi,

dimenticando ogni altra cosa che non sia questa.

giulietta È quasi mattino; vorrei tu fossi andato;

pure, non più in là dell’uccellino che una fanciulla

195 lascia saltellare un poco lontano dalla sua mano,

come un povero prigioniero nelle pesanti catene,

quindi, tirando un filo di seta lo riconduce a sé,

gelosa amante della sua libertà.

romeo Vorrei essere io il tuo uccellino.

200 giulietta Caro, lo vorrei anch’io.

Però ti ucciderei con le carezze. Buona notte,

buona notte! Separarsi è così dolce pena,

che ti dirò buona notte finché non sia domani.

Si ritira

205 romeo Il sonno ti scenda sugli occhi, la pace nel cuore!

Oh, fossi io sonno e pace, per riposare

così dolcemente! Ora andrò alla cella

del mio padre spirituale,22 a chiedere il suo aiuto

e a dirgli della mia buona sorte.

210 Esce

 >> pagina 229 

DENTRO IL TESTO

I contenuti tematici

La coscienza delle difficoltà dovute all’inimicizia che divide le rispettive famiglie è presente fin dall’inizio nelle menti dei due innamorati. La preoccupazione espressa da Giulietta nel suo monologo è raccolta da Romeo, che, dichiarandosi devoto alla fanciulla, afferma di essere disposto a rinunciare, per lei, ai legami con la propria stirpe. L’ostilità di clan è un ostacolo da cui i due giovani non vogliono farsi fermare: all’identificazione con la propria casata, essi contrappongono la forza di un sentimento personale e individuale, dicendosi pronti a rinunciare al nome, pur di coronare il loro sogno d’amore.

Si tratta non solo dell’irrompere della passione, ma anche del diffondersi di un nuovo modo di pensare che tende a disconoscere l’autorità delle istituzioni tradizionali in nome del valore della libertà del singolo, attribuendo maggiore importanza alle ragioni del cuore che a quelle, spesso assurde e perverse, dei legami sociali e familiari. Questa nuova mentalità, che si va rafforzando ai tempi in cui Shakespeare scrive, troverà piena affermazione nell’Ottocento romantico: non a caso Romeo e Giulietta è, fra le tragedie shakespeariane, quella più amata dagli autori e dai critici romantici.

Le scelte stilistiche

L’oscurità che avvolge i due amanti ha un duplice significato simbolico: protegge Romeo dai parenti della giovane e cela ai due stessi protagonisti parte di quanto avviene sulla scena (per esempio il rossore di Giulietta). A nascondere la presenza dei due giovani l’uno all’altra, però, è soprattutto lo stratagemma teatrale in base al quale la scena si apre con un monologo di Romeo, che, contemplando la bellezza di Giulietta, la elogia con parole appassionate pronunciate tra sé e sé, senza che la ragazza senta quanto egli va dicendo; al monologo di Romeo corrisponde quello di Giulietta, immediatamente dopo, pronunciato prima di scorgere lo spasimante nascosto tra i cespugli sotto il balcone. Quest’artificio scenico è un mezzo attraverso il quale lo spettatore ha diretto accesso all’interiorità dei personaggi; ma permette anche all’autore di velocizzare il procedere della vicenda, accelerando il precipitare degli accadimenti: se avesse saputo della presenza di Romeo, Giulietta non avrebbe manifestato così apertamente il suo amore, tanto che in seguito appare turbata, perché l’atteggiamento conveniente di una giovane di buona famiglia dovrebbe essere improntato a maggiore riservatezza e ritrosia, prevedendo un lungo corteggiamento prima dell’aperta manifestazione dei sentimenti.

 >> pagina 230

Il dialogo tra i due amanti è caratterizzato da un linguaggio fortemente figurato ed è intessuto di immagini poetiche tratte da una lunga tradizione lirica, che va dallo Stilnovo al Petrarchismo. Ciò è evidente soprattutto (ma non solo) nelle battute di Romeo: Giulietta è il sole (v. 4); i suoi occhi Parlano (v. 14) e sono paragonati a due stelle tra le più lucenti del cielo (v. 16); ancora, la donna è assimilata a un angelo (un alato messaggero del cielo, v. 31), ma il suo sguardo è capace di uccidere (c’è pericolo maggiore nel tuo sguardo / che in venti delle loro spade, vv. 77-78). Si tratta di uno stile immaginifico e iperbolico, molto stereotipato, ai limiti della leziosità: è come se Shakespeare si divertisse a riprendere e rielaborare, variandolo e portandolo alle estreme possibilità espressive, il vasto repertorio della lirica d’amore a lui precedente, fondendone alcune tessere nel proprio testo teatrale.

VERSO LE COMPETENZE

Comprendere

1 Individua nel testo i tre momenti in cui è possibile suddividere il brano: il monologo di Giulietta, il monologo di Romeo, il dialogo tra i due.


2 Perché Giulietta appare imbarazzata?


3 Perché la giovane non vuole che Romeo giuri di amarla?


4 Che cosa interrompe il colloquio tra i due?

Analizzare

5 Individua, nelle battute di Romeo, i termini che rimandano al campo semantico della luce.


6 Rintraccia, nelle battute di Giulietta, le parole che esprimono la sincerità del suo amore e la determinazione a sposare Romeo.


7 Trova nel testo almeno un esempio di ciascuna di queste figure retoriche: iperbole, prosopopea, adynaton.


8 In quale battuta possiamo quasi riscontrare un’anticipazione dell’esito tragico della vicenda?

Interpretare

9 In che cosa differisce il registro linguistico dei due amanti? Quale di loro ti sembra più influenzato dalla passione? Motiva la tua risposta con opportuni riferimenti testuali.


10 A tuo avviso è possibile leggere la tragedia di Romeo e Giulietta come una vicenda basata su un contrasto generazionale? perché? Rispondi riflettendo sulla scena del balcone e, più in generale, su quanto hai studiato dell’opera da cui è tratta.

scrivere per...

raccontare

11 Oggi un dialogo come quello tra Romeo e Giulietta sarebbe realistico? Prova a immaginare uno scambio di battute, ambientato ai giorni nostri, tra due giovani che si siano conosciuti da poco e che desiderino dichiararsi a vicenda il proprio sentimento.

Dibattito in classe

12 Quella che hai letto è, molto probabilmente, la scena d’amore più celebre di tutta la letteratura occidentale: credi che essa abbia conservato il proprio fascino e la propria forza anche dopo secoli o che sia ormai usurata perché sentita, risentita, vista e rivista in decine di film, serie tv, pubblicità ecc.? Discutine con la classe.

Il magnifico viaggio - volume 3
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Il Seicento e il Settecento