Specchi incantati - volume C

Alle origini dell epica | UNIT 3 425 430 435 440 445 450 455 rimane impietrito come una statua scolpita in marmo di Paro. Disteso a terra, contempla quelle due stelle che sono i suoi occhi, i capelli degni di Bacco, degni persino di Apollo, e le guance lisce, il collo d avorio, la bellezza della bocca, il rosa soffuso sul niveo candore, e tutto quanto ammira è ciò che rende lui meraviglioso. Desidera, ignorandolo, se stesso, amante e oggetto amato, mentre brama, si brama, e insieme accende ed arde. Quante volte lancia inutili baci alla finzione della fonte! Quante volte immerge in acqua le braccia per gettarle intorno al collo che vede e che in acqua non si afferra! Ignora ciò che vede, ma quel che vede l infiamma e proprio l illusione che l inganna eccita i suoi occhi. Ingenuo, perché t illudi d afferrare un immagine che fugge? Ciò che brami non esiste; ciò che ami, se ti volti, lo perdi! Quella che scorgi non è che il fantasma di una figura riflessa: nulla ha di suo; con te venne e con te rimane; con te se ne andrebbe, se ad andartene tu riuscissi. Ma né il bisogno di cibo o il bisogno di riposo riescono a staccarlo di lì: disteso sull erba velata d ombra, fissa con sguardo insaziabile quella forma che l inganna e si strugge, vittima dei suoi occhi. Poi sollevandosi un poco, tende le braccia a quel bosco che lo circonda e dice: «Esiste mai amante, o selve, che abbia più crudelmente sofferto? Voi certo lo sapete, voi che a tanti offriste in soccorso un rifugio. Ricordate nella vostra lunga esistenza, quanti sono i secoli che si trascina, qualcuno che si sia ridotto così? Mi piace, lo vedo; ma ciò che vedo e che mi piace non riesco a raggiungerlo: tanto mi confonde amore. E a mio maggior dolore, non ci separa l immensità del mare, o strade, monti, bastioni con le porte sbarrate: un velo d acqua ci divide! E lui, sì, vorrebbe donarsi: ogni volta che accosto i miei baci allo specchio d acqua, verso di me ogni volta si protende offrendomi la bocca. Diresti che si può toccare; un nulla, sì, si oppone al nostro amore. Chiunque tu sia, qui vieni! Perché m illudi, fanciullo senza uguali? Dove vai quand io ti cerco? E sì che la mia bellezza e la mia età non sono da fuggire: anche delle ninfe mi hanno amato. 422. Paro: isola del mar Egeo, famosa per i suoi marmi bianchi. 424. Bacco Apollo: Bacco (in greco Dioniso), dio dell ebbrezza, rappresentato con riccioli neri intrecciati a tralci di vite; Apollo, dio delle arti, della poesia e della musica, con i capelli biondi. 426. il rosa candore: il rosa soffuso sul colore bianco come la neve (niveo) della pelle. 443. si strugge: si abbatte per la sofferenza. 452. bastioni: fortezze. 66 80079D_48P1013_INTE_BAS@0066.pgs 17.12.2019 13:28

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Epica