T2 - Publio Ovidio Nasone, Narciso (da Metamorfosi, libro

IL MITO GRECO E ROMANO T2 Publio Ovidio Nasone Narciso Tratto da Metamorfosi, libro III, vv. 408-510 Lingua originale latino audiolettura Jan Moreelse, Narciso, XVII secolo. A causa della sua straordinaria bellezza, il cacciatore Narciso è oggetto del desiderio di molte ninfe. Tuttavia, invece di accontentare le insistenti ammiratrici, il giovane si chiude nel culto della propria immagine, deludendo tra le altre la bella Eco, follemente innamorata di lui al punto di consumarsi e tramutarsi in una voce destinata a ripetere i suoni uditi attorno a sé. Un giorno, afflitta dal male d amore e dall indifferenza di Narciso, si augura che anche lui possa provare la stessa struggente sofferenza. 410 415 420 «Che possa innamorarsi anche lui e non possedere chi ama! . Così disse, e la dea di Ramnunte assentì a quella giusta preghiera. C era una fonte limpida, dalle acque argentee e trasparenti, che mai pastori, caprette portate al pascolo sui monti o altro bestiame avevano toccato, che nessun uccello, fiera o ramo staccatosi da un albero aveva intorbidita. Intorno c era un prato, che la linfa vicina nutriva, e un bosco che mai avrebbe permesso al sole di scaldare il luogo. Qui il ragazzo, spossato dalle fatiche della caccia e dal caldo, venne a sdraiarsi, attratto dalla bellezza del posto e dalla fonte, ma, mentre cerca di calmare la sete, un altra sete gli nasce: rapito nel porsi a bere dall immagine che vede riflessa, s innamora d una chimera: corpo crede ciò che solo è ombra. Attonito fissa se stesso e senza riuscire a staccarne gli occhi 409. così disse: il soggetto è la ninfa Eco. la dea di Ramnunte: detta anche Nemesi, figlia di Zeus (secondo altri figlia di Oceano e Notte), era titolare del tempio di Ramnunte, località dell Attica. Il nome deriva dal greco némesis, lo sdegno, ma era legato originariamente al concetto della distribuzione della giustizia, quindi alla vendetta degli dèi. Nemesi era incaricata, infatti, di fare giustizia dei delitti impuniti e di punire gli ingrati verso la sorte, come Narciso. 413. aveva intorbidita: aveva reso torbida, sporca. 414. la linfa: l acqua. 420. chimera: in latino Ovidio usa l espressione speranza senza corpo (spem sine corpore) per indicare come Narciso si innamori di un immagine incorporea, un puro riflesso, una chimera, appunto. Il termine chimera , infatti, indicante un mostro della mitologia con testa di leone, corpo di capra, coda di drago, significa anche idea vana , fantasticheria . 421. attonito: immobile per lo stupore. 65 80079D_48P1013_INTE_BAS@0065.pgs 17.12.2019 13:28

Specchi incantati - volume C
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Epica