Specchi incantati - volume C

Omero | UNIT 1 250 255 260 265 270 275 280 le nostre spoglie insanguinate, o resti ucciso dalla tua lancia . Atena, dicendo così, per meglio ingannarlo andò avanti; quando poi furono a fronte, venutisi incontro, all altro diceva per primo il grande Ettore dall elmo ondeggiante: «Più non ti fuggirò, figlio di Peleo, come sono scappato tre volte intorno alla grande città di Priamo, senza mai trovare il coraggio d affrontare il tuo assalto; ma ora il cuore mi ha spinto a starti di fronte: ch io ti uccida o sia ucciso da te. Ma su, qui stesso invochiamo gli dèi; saranno loro testimoni e garanti migliori dei nostri accordi: non ti sfregerò malamente, nel caso che Zeus dia a me la vittoria ed io ti tolga la vita; ma dopo averti, Achille, predato le tue belle armi, restituirò il morto agli Achei; tu fa altrettanto . A lui, guardandolo storto, disse Achille, veloce nei piedi: «Ettore, tu, maledetto, non parlarmi di accordi! Come non esistono patti affidabili tra i leoni e gli uomini, né possono lupi ed agnelli avere cuore concorde, ma sempre gli uni degli altri vogliono il male, così non possiamo tu ed io essere amici, né ci saranno patti fra noi, prima che uno dei due caduto sazi di sangue Ares, il guerriero armato di scudo. Raccogli tutta la tua bravura: ora devi davvero essere uomo di lancia e guerriero animoso. Per te non c è scampo ormai, ben presto Pallade Atena t abbatterà con la mia lancia; adesso pagherai tutti insieme i lutti dei miei compagni, che hai ucciso infuriando con l asta . Disse, e palleggiando scagliò la sua lunga lancia; la vide venire Ettore splendido e la schivò: pronto si rannicchiò, e sopra passò la lancia di bronzo, andò a piantarsi a terra; la raccolse Pallade Atena, e la dette indietro ad Achille, di nascosto ad Ettore pastore di genti. Ettore disse allora al Pelide perfetto: «Hai fallito, non era vero, Achille simile a un dio, che la mia morte sapevi da Zeus; eppure l hai detto: ma eri bravo a parlare, ingannavi con i discorsi, perché per paura di te scordassi il valore e la forza. Non potrai mentre fuggo piantarmi la lancia nel dorso, 256. non ti sfregerò malamente: non deturperò il tuo corpo. Nell antichità era molto importante rispettare il corpo del nemico ucciso in battaglia, affinché i parenti potes- sero tributargli gli onori funebri. 267. Ares scudo: Ares era il dio della guerra. 269. animoso: coraggioso. 273. palleggiando: bilanciando il peso dell asta, soppesandola prima del lancio. 277. pastore di genti: epiteto formulare che indica l eroe come guida per il suo popolo. 156 80079D_48P1013_INTE_BAS@0156.pgs 17.12.2019 13:38

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