Specchi incantati - volume B

Storie poetiche GUIDA ALLA LETTURA Gli allegri goliardi Gli studenti escono in gruppo alla fine delle lezioni, riempiono la strada con le loro voci, provocano lamentele per l eccessivo rumore tanto che qualcuno vorrebbe, addirittura, chiamare un vigile (v. 7). Ma non sono i tipici studenti che vediamo alla tv o al cinema, scanzonati e gioiosi perché privi di preoccupazioni materiali. I versi di Pagliarani infatti si collocano nei primi anni Cinquanta: l Italia, distrutta durante la guerra, sta passando dalla ricostruzione al miracolo economico, ed è sempre più importante, per cogliere le opportunità di questa crescita prodigiosa, avere una solida istruzione. Per questo in molti, spesso lavoratori che non hanno avuto il privilegio di frequentare le scuole regolari, si rivolgono alle serali per ottenere un titolo di studio. Sono giovani e adulti che, invece di riposare o di distrarsi, la sera dopo il lavoro siedono fino a tardi sui banchi di scuola, come i due allievi sergenti (v. 15), che hanno già intrapreso la carriera militare. La voglia di scherzare (v. 6) e gli schiamazzi (vv. 19 e 22) di questo eterogeneo gruppo di persone non esprimono dunque superficiale spensieratezza, ma sono la manifestazione di una pienezza di vita (v. 18) che, nonostante l impegnativa alternanza di giorno il lavoro, la scuola di sera (v. 19), non si lascia spegnere dalle pesanti incombenze quotidiane. Storie diverse unite dalla scuola La poesia riporta principalmente sensazioni uditive. Il poeta comprende molte cose degli studenti proprio sulla base delle voci che, nel buio della notte, riesce a distinguere molto meglio delle loro fattezze. Benché fioche (v. 8), forse per la fitta nebbia (v. 1), sono infatti le parole a raccontare le storie di chi le pronuncia: sappiamo che alcuni di loro sono in formazione (v. 9), cioè imparano nozioni e, forse, un mestiere; che altri, già esperti della vita, sono invece in trasformazione (v. 9), cioè si preparano, con la scuola, a un cambiamento della loro situazione. Tutti hanno i loro particolari progetti e le loro proprie vite; tutti provengono da storie diverse e da realtà lontane che, come le voci stesse ci comunicano, sono disparate, discordi (v. 10). A scuola, però, queste differenze si confondono: uniti nella nebbia che abbraccia (v. 12), prima di scomparire nel buio, per un attimo, i goliardi si sentono vicini tra loro e, avvicinati dall esperienza comune, che li affratella (v. 12) nel caldo minestrone (v. 13) dell amicizia disinteressata e della condivisione senza necessità (v. 11), si sentono meno isolati e sono, insieme, più contenti (v. 14). Una voce fuori dal coro Fin dai primi versi, parole e prospettive si alternano in maniera inaspettata. Inizialmente è il poeta che rappresenta, come un testimone, la chiassosa fine delle lezioni. Ma di chi sono, poi, le parole che ricordano il titolo dell ultimo tema da fare (v. 5)? Di un ragazzo che manifesta la sua stizza per il noioso compito? O di un insegnante che, come scrollando la testa, si lamenta rassegnato degli studenti lavativi, che vogliono sempre scherzare (v. 6)? Il punto di vista sembra dunque mobile, in continuo cambiamento, cogliendo e riportando voci diverse. Tuttavia qualcuno nella poesia dice io (v. 15). La biografia del poeta ci ricorda che Pagliarani fu, realmente, insegnante alle scuole serali: è dunque sua la prospettiva prevalente. lui che usa, ironicamente, il termine goliardi (v. 1) per queste persone tutt altro che spensierate; è lui che afferra parole e significati nel vociare notturno; è lui che, ammirato, si rende conto della ricchezza di esperienze (v. 18) di questi atipici studenti, che accostano allo studio l esperienza diretta del reale. Prendendo le distanze dall opinione dominante all epoca, che percepiva come studenti di serie B lavoratori e immigrati, l autore sottolinea il valore di queste persone che, certo, non imparano le poesie a memoria (v. 22) e non fanno i compiti (v. 24) ma, profondamente consapevoli del prezzo delle cose, riconoscono il valore della scuola che frequentano. 307

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Specchi incantati - volume B
Poesia e teatro