Specchi incantati - volume B

POESIA Generi e temi UNIT 2 La poesia dei luoghi GUIDA ALLA LETTURA Notturno triestino Nel Canzoniere Saba costruisce una vera e propria autobiografia in versi. All interno della sezione che ospita Città vecchia, intitolata Trieste e una donna, si concentra sui grandi amori della sua vita: la moglie e la città natale. Il componimento prende le mosse proprio dalla visione di un oscura via (v. 2) triestina, che il poeta è solito attraversare di notte, quando la luce gialla dei lampioni si riflette nelle pozzanghere. Il contesto sembra suggerire un idea di desolazione, ma d altra parte la via è tutt altro che deserta: brulica di vita, ed è proprio questo a motivare la scelta di Saba, che nei paraggi non capita per caso ma per decisione deliberata, come sottolinea in apertura l avverbio Spesso. Ci troviamo nel centro storico di Trieste, a due passi dal porto, che era all epoca il fondamentale sbocco sul Mediterraneo dell impero asburgico, al quale la città apparteneva. Ciò spiega il viavai tipico di una città di confine, nella quale vivevano e vivono tuttora italiani, tedeschi, slavi, senza contare un importante comunità ebraica, alla quale apparteneva lo stesso Saba. Creature della vita e del dolore La gente si muove tra il porto, le case, i bordelli e le osterie. un mondo popolare, nel quale il poeta individua ed elenca una serie di figure caratteristiche: la prostituta, il marinaio, il vecchio rabbioso, la donna attaccabrighe, il soldato asburgico, la tumultuante giovane impazzita / d amore (vv. 15-16). Si tratta di un universo da cui girare al largo, se ci si attiene al moralismo dei benpensanti; Saba invece è invincibilmente attratto da chi sembra vivere la propria vita senza ipocrisia né riguardi per le convenzioni, seguendo liberamente i propri istinti. La sua simpatia non è dovuta alla curiosità nei confronti di un ambiente pittoresco, e non ha nulla di paternalistico. piuttosto un atteggiamento di spontanea fratellanza, che lo porta a sentirsi accomunato a queste creature della vita / e del dolore (vv. 17-18). In esse ritrova la fragilità tipica della condizione umana, che ben conosce, e con slancio solidale può sciogliere i dolori personali nella sofferenza universale. Mescolarsi a questo mondo non degrada ma purifica, e permette al poeta di soddisfare come scriverà in Storia e cronistoria del Canzoniere il bisogno innato «di fondere la sua vita a quella delle creature più umili ed oscure . Uno stile realistico L elemento più evidente della maniera di Saba è l estrema semplicità stilistica, rivendicata con orgoglio in altri versi più tardi: «Amai trite parole che non uno / osava. M incantò la rima fiore / amore, / la più antica difficile del mondo . La stessa rima in -ore ricorre nel finale di Città vecchia, legando amore, dolore in un nodo inestricabile con Signore (vv. 16, 18 e 19): dai due sentimenti scaturisce il senso di compassione in cui si riconosce la natura divina dell uomo. Ma nel testo compaiono anche accostamenti dissonanti fra termini astratti alti e termini della realtà concreta più misera: lupanare e mare, detrito e infinito, friggitore e amore. L insistenza di Saba sull umiltà (un concetto che ricorre due volte, al v. 10 e al v. 20) coinvolge anche il lessico, dove si incontrano vocaboli che riflettono il degrado ritratto, da pozzanghera a bestemmia. da notare infine come ben tre periodi inizino con l avverbio Qui (vv. 5, 11, 20): l anafora vuole sottolineare il radicamento della visione del poeta in uno spazio ben preciso ed estraneo al resto della città. Nella breve strofa finale l antitesi si condensa in una sentenza che rovescia la morale tradizionale, proponendo uno scandaloso ossimoro: il poeta sente il suo pensiero farsi più puro dove più turpe è la via (v. 22). Turpe, s intende, se giudicata secondo i parametri dell ipocrisia borghese. La statua in bronzo di Umberto Saba a Trieste. 112

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Poesia e teatro