Specchi incantati - volume B

che portava sempre con sé, appuntandosi tutto ciò che lo colpiva, fosse il rumore di un fiume in piena, il taglio d occhi di una bella donna, un mobile stile impero, o il brano di un poeta provenzale: poiché, diceva, bisogna «leggere col rampino , pronti cioè a cogliere e far propri gli spunti offerti dai maestri antichi e moderni. L «Officina del Vittoriale la villa sul lago di Garda che negli ultimi anni di vita d Annunzio modellò a propria immagine e somiglianza mostra bene le modalità di questo processo creativo. una stanza assai più luminosa e sobria delle altre, arredata con mobili di rovere chiaro. Su un ripiano poggia il busto di Eleonora Duse, grande attrice e musa negli anni di Alcyone, coperto da un drappo, per evitare distrazioni. Qui infatti l Imaginifico componeva, con l aiuto di una gran quantità di attrezzi di lavoro: dizionari, repertori, cataloghi, opere di consultazione, testi classici, disposti in leggii, scaffali, teche o posati sul tavolo, pronti all uso. L archivio conservato presso il Vittoriale occupa centinaia di scatole. Un infinità di manoscritti e lettere, in cui si incontrano pagine di altissima poesia ma anche scherzosi biglietti alla cuoca, ribattezzata suor Intingola . Alla scrittura d Annunzio in effetti affidava tutto se stesso: fu in primo luogo attraverso l inconfondibile calligrafia, ampia e a svolazzi, che costruì il suo mito. Non rinunciò alla penna neppure durante la convalescenza seguita all incidente aereo del 1916, che rischiò di lasciarlo cieco. Bendato e sofferente, nella semioscurità in una casa veneziana affacciata sul Canal Grande, riempì una dopo l altra le striscioline di carta dalle quali poi ricavò il suggestivo Notturno. 109

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Poesia e teatro