Prova 2

LE PROVE INVALSI PROVA 2 Test INTERATTIVO La ribellione Audio LETTURA 5 10 15 20 25 30 35 348 TESTO A Una rabbia potente mi agita ancora i pensieri. Una rabbia che pretende di uscire, che reclama un corpo e una voce. Dei gesti. Per questo, per la prima volta in vita mia, ieri sera ho urlato contro i nonni, per questo ho preso le forbici e ho tagliato i jeans sulle ginocchia, per questo stamattina ho bruciato scuola e ho deciso di uscire con Danni. E adesso sono qui a gironzolare con lui, in questo quartiere di Roma che non conosco, a fare cose che non so fare. Mi sono disegnato una faccia da cattivo, anche se ancora non la indosso proprio bene. Neanche mi piace questo tizio con il chiodo di pelle, che seguo senza farmi troppe domande. Ha ripetuto tutte le classi delle medie e adesso, in terza, forse lo promuoveranno per liberarsi finalmente di lui. Si chiama Daniele, ma tutti lo chiamano Danni perché si dice che sia stato lui a tagliare la recinzione, a rompere la finestra del laboratorio per entrare di notte a scuola e allagare i bagni del piano terra. Non ci avevo neanche mai parlato insieme, prima di oggi, però Quando ieri sera mia mamma mi ha telefonato da Bruxelles per dirmi che saremmo andati a vivere lì, ho dato di matto. Sì, è vero lo sapevo che era questo il progetto finale, se lei fosse riuscita a strappare un ottimo contratto a quel laboratorio di ricerca in Belgio. Ma un conto è la teoria, come dice la prof di matematica, un conto è la pratica. «Ho firmato alle condizioni che volevo, sai Mario? Stiamo brindando con papà davanti a un bicchiere di prosecco in uno sciccosissimo bar del centro, ma stasera ci sta anche un po di sana follia. Allora, Mario, sei contento? Ci trasferiremo a giugno, appena finirai la scuola, vedrai che Bruxelles ti piacerà . Be , è stato soltanto dopo, a cena mentre i nonni ripetevano quanto erano orgogliosi di lei e mi guardavano aspettandosi che sparassi fuochi d artificio anch io, che ho realizzato davvero che la firma del contratto significava per me abbandonare Roma, la mia casa, la mia scuola, i miei amici, la mia squadra di basket. Tutta la mia vita. Non è giusto, non è proprio giusto! Ecco perché ora sto un passo dietro a Danni, diretto non so dove a prendere non so cosa. Eh sì, la rabbia c è ancora tutta, scura e urlante, ma stanotte mi è salita dentro anche una nebbia di tristezza che l avvolge e un po la nasconde. La rabbia mi dice: va e spacca tutto, fa qualcosa che non si aspettano da te, reclama attenzione e pretendi rispetto. La tristezza mi chiede sottovoce: a che serve? Pensi forse che cambieranno idea se per un giorno bruci scuola? La rabbia mi incita a muovermi, la tristezza a restare fermo. La mia famiglia si aspetta che io sia entusiasta di questo trasferimento. Che magari me ne vanti con gli amici. Tutti si aspettano che io sia, come sempre, un bravo bambino. Ma io ho 12 anni, non sono più un bambino. E da oggi neanche bravo. LE PROVE INVALSI

La Grammatica Treccani - La palestra
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Per la scuola secondaria di primo grado