T1 LAT ITA - Solo il tempo è nostro

L INCONTRO CON L AUTORE T1 Solo il tempo è nostro tratto da Epistole a Lucilio 1 latino italiano Come si è detto, le Epistulae costituiscono il capolavoro stilistico e insieme il testamento Audio filosofico di Seneca. La prima lettera offre esempi dei tratti peculiari della scrittura del LETTURA filosofo (l antitesi, la ripetizione, la sentenza, l uso originale dei pronomi possessivi, la metafora economica) e insieme una piccola summa del suo pensiero sul tempo, uno degli argomenti cardine della sua riflessione. La lettura del testo mette in risalto la sua natura assolutamente originale rispetto alle formule tradizionali di letteratura epistolare: manca l esordio convenzionale, di norma incentrato sulle circostanze quotidiane; manca qualsiasi accenno personale o privato, a parte una frase generica e reticente; manca il tono condiscendente e intimo che troviamo, per esempio, nelle lettere di Cicerone all amico Attico; troviamo invece una brusca sfilza di imperativi, accompagnati da una efficacissima descrizione del tempo come patrimonio prezioso. Il risultato è un testo coinvolgente, di incredibile attualità. 5 SENECA LUCILIO SUO SALUTEM 1. Ita fac, mi Lucili: vind ca te tibi, et tempus quod adhuc aut auferebatur aut subripiebatur aut excidebat coll ge et serva. Persuade tibi hoc sic esse ut scribo: quaedam tempora eripiuntur nobis, quaedam subducuntur, quaedam efflu unt. 1. Fa così, caro Lucilio: renditi veramente padrone di te e custodisci con ogni cura quel tempo che finora ti era portato via, o ti sfuggiva. Persuaditi che le cose stanno come io ti scrivo: alcune ore ci vengono sottratte da vane occupazioni, altre ci scappano quasi di mano; ma la perdita per noi più vergognosa è quella che avviene per nostra negligenza. SENECA LUCILIO SALUTEM Formu la di saluto iniziale di ogni lettera, corrispondente al nostro Caro... Il significato letterale è Seneca saluta il suo Lucilio ; il verbo sottinteso è dicit. 1. Ita fac... agentibus fac: la lettera comincia in medias res, senza alcuna formula introduttiva, con un drastico imperativo, Devi fare così . A questo ne seguono parecchi altri: vind ca, coll ge, serva, persuade. mi Lucili: la formula, con il vocativo affettivo, è molto frequente nelle lettere; in questo caso ha la funzione di attenuare l aggressività dell imperativo. vind ca te tibi: questa espressione famosissima contiene un utilizzo peculiare del pronome personale tu, replicato due volte in due casi diversi, accusativo e dativo, in po liptoto*; vindicare è verbo tecnico del lessico economico, che significa rivendicare il possesso di qualcosa, in questo caso del STILE ANTICONVENZIONALE L incipit della lettera è sorprendente perché, dopo l abituale formula di saluto, comincia in medias res, con un imperativo (fac), cui ne seguono diversi altri (vind ca, coll ge, serva, persuade). Altrettanto a effetto è l espressione, volutamente paradossale, vind ca te tibi, lett. rivendica te stesso a te . Nel complesso le prime righe della lettera sembrano essere volutamente anticonvenzionali, per colpire il lettore in modo che il messaggio arrivi in modo più diretto ed efficace. FORZA DELLA RIPETIZIONE La strategia per suasiva di Seneca si fonda, tra le altre cose, su una studiata ripetizione e ripresa di concetti e termini affini: in questo caso, tre verbi a esprimere, con diversa sfumatura di significato, l idea di perdita di tempo (auferebatur, subripiebatur, excidebat), a loro volta ripresi, con variatio, più avanti, da un altra terna di verbi (eripiuntur, subducuntur, efflu unt). tempo e quindi di sé stessi. auferebatur... subripiebatur... excidebat: i tre verbi, due al passivo e uno all attivo, uniti in polisindeto* (aut... aut... aut), esprimono tre modalità diverse di perdita di tempo: una parte ci viene portata via (aufe ro, da ab e fero), quasi impercettibilmente; una parte sottratta con la forza (subripio, da sub e rapio); una parte scivola via (exc do, da ex e cado). coll ge... serva: le azioni riparatrici, espresse sempre all imperativo, sono la raccolta (coll ge) e la conservazione (serva). A tre verbi della dissipazione ne corrispondono solo due della preservazione, a mettere in luce la difficoltà dell impresa. Persuade tibi: ancora un pronome personale, tibi, che chiama in causa il lettore e ancora un imperativo, persuade (+ dativo): il tono non è di chi dà consigli ma di chi impartisce ordini, e questo è dovuto alla gravità della situazione. sic... ut: correla- zione comparativa, così... come . quaedam... efflu unt: alcuni momenti ci vengono strappati, altri ci vengono sottratti, altri scorrono via . Ripetizione con variatio* dei tre verbi utilizzati sopra; questa seconda terna, pur mantenendo l alternanza passivo/attivo e la struttura simmetrica (evidenziata dall anafora di quaedam), inverte l ordine e gioca sui preverbi: a subripio (sub + rapio) in seconda posizione risponde eripio in prima (e + rapio): in questo modo viene dato rilievo alla sottrazione violenta, contro la nostra volontà. Ad aufe ro in prima posizione segue subduco in seconda: il preverbio sub- torna con il meno violento duco, condurre . Infine, al conclusivo exc do, che sottolineava la fatalità della perdita di tempo, corrisponde con identico preverbio effluo, bellissima immagine del tempo che scorre via e fa pensare alla sabbia in una clessidra. 85

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale