Tua vivit imago - volume 3

Sandro Botticelli, Natività mistica (particolare), 1501. Londra, National Gallery. Nel suo sterminato corpus di opere Agostino rilegge in chiave cristiana la speculazione di Platone e la filosofia neoplatonica. Nell interiorità dell uomo dimora la verità Alcuni anni prima, tra il 397 e il 401, cristiana della realtà e all idea di una creazione divina del mondo. Sant Agostino, da parte sua, declina in chiave cristiana una speculazione che, nei suoi assunti fondamentali, era stata quella di Platone e, successivamente, della filosofia neoplatonica. La città degli uomini e la città di Dio Agostino è autore di uno sterminato corpus di opere, ma la sua visione del mondo è presentata in forma complessiva e sistematica soprattutto nel De civitate Dei, scritto tra il 412 e il 427, all indomani del traumatico sacco di Roma del 410: si tratta di una grandiosa riflessione, in ventidue libri, sulla storia del mondo e dell uomo, sul problema del bene e del male e sul destino ultimo dell umanità. Come Platone distingueva tra il mondo sensibile, quello in cui viviamo, e il mondo delle idee , dove esistono le forme eterne e ideali di tutte le cose, così Agostino distingue tra la città degli uomini (civitas terrena), nata dall amore di sé stessi, soggetta al tempo e agli eventi e destinata infine a un eterno supplizio, e la città di Dio (civitas Dei), nata dall amore di Dio, destinata infine a separarsi dall altra e a regnare in eterno con Dio. Viene così elaborata una nuova concezione della storia, basata su una contrapposizione dualistica tra il bene e il male, destinata a esercitare per secoli un enorme influenza sul pensiero cristiano. Agostino aveva scritto le Confessiones (termine da intendere soprattutto nel senso di testimonianza di fede e lode di Dio), ampia autobiografia spirituale in tredici libri che al racconto dei momenti salienti della vita dell autore unisce una riflessione filosofica sul tempo e sulla memoria e un analisi dei primi capitoli della Genesi. In quest opera per la prima volta uno scrittore sottopone ad acuta e profonda indagine la propria interiorità, per cercare la verità che abita in essa (in interiore homine habitat veritas, scrive Agostino in un altra opera, il De vera religione). Confessione e introspezione da Agostino a Proust Le Confessiones inaugurano un genere letterario, o meglio ancora uno specifico modo di concepire l attività letteraria, destinato a grande fortuna: quello nel quale l oggetto principale del testo è l interiorità dell autore, che esplora e analizza i propri sentimenti, sensazioni, riflessioni e insomma si confessa (sarà soprattutto questo, infatti, il senso che il titolo dell opera di Agostino avrà per i lettori delle epoche successive). vero che già Seneca e Marco Aurelio avevano praticato l introspezione nei loro scritti, ma Agostino è il primo a dedicare specificamente a essa un opera ampia, organica e dalla struttura in larga parte autobiografica. Non a caso, sarà alle Confessiones che guarderanno il Petrarca del Secretum, il Montaigne dei Saggi, il Pascal dei Pensieri, il Proust della Recherche, per citare soltanto alcune delle più note opere introspettive della cultura europea. Leggere oggi le Confessiones significa dunque assistere al primo, grande tentativo di scandaglio della propria anima da parte di uno dei più grandi pensatori della cultura di ogni epoca. 759

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Età imperiale