T8 ITA - La facoltà del libero arbitrio

DAL TARDOANTICO AL MEDIOEVO T8 La facoltà del libero arbitrio tratto da Hamartigenia, vv. 673-696 italiano In questi versi del poema dottrinale dedicato al problema dell origine del peccato, Prudenzio con piglio catechetico inserisce, tramite una serie di interrogative rivolte al lettore, il problema relativo alla facoltà del libero arbitrio concessa all uomo. 5 10 15 Non conosci, o stolto, la forza della tua libertà, che ti è stata data dallo stesso tuo creatore? Non conosci quanto potere ti è stato concesso all origine sul mondo, che è tuo schiavo,1 e sul tuo spirito e sul libero diritto di una volontà che non ha limiti, sì che ti è permesso volere e ricercare ciò che ti piace, senza sottomettere l animo a nessun vincolo? O forse che, quando ti poneva come sovrano su tutte le cose che aveva creato e comandava al mondo di servire ai tuoi ordini e ti sottometteva terra, cielo, mare, fiumi, vento, non avrebbe voluto per avarizia darti la facoltà di decidere su di te, come se tu ne fossi indegno, e ti avrebbe negato la libertà? Come sarebbe stato possibile che l essere creato signore del vasto mondo non fosse signore di se stesso, svilito da un autorità incompleta?2 Che autorità è infatti quella di un sovrano la cui mente non è libera, ma il cui stesso pensiero è schiavo di una legge imposta? Quale gloria, infine, o qual merito sarebbe per l uomo vivere rettamente se non avesse una costante libertà di decisione fra l una e l altra via? Non diventa buono per sua volontà chi non ha a disposizione la possibilità di volere il contrario e di mutare e modificare i suoi sentimenti. Orbene, non è buono né degno di lode chi non è buono per sua volontà, perché nessuna gloria viene da una onestà imposta ed una virtù senza gloria non ha valore, e certamente non è virtù se non risplende perché rifiuta il male e non prende la retta via per una migliore qualità naturale.3 (trad. R. Palla) 1. mondo schiavo: la definizione del mondo schiavo dell uomo è un amplificazione che si nutre del richiamo al testo della Genesi, nel quale Dio dà diritto all uomo di imporre un nome alle bestie irrazionali e autorità su di esse e sulle altre forme di vita poste a suo servizio, in quanto creatura fatta a immagine di Dio. 2. Come sarebbe incompleta: si ribadisce qui il concetto dell autorità conferita all essere umano sulle cose create. 3. Non diventa naturale: la dimostrazione finale, che funziona poi da chiave di lettura per gli esempi successivi tratti dalla Bibbia, è che il merito e la vera virtù dell uomo sono tali solo se possono derivare da una scelta contraria al male e al peccato, se è data la possibilità di scegliere e se la scelta segue la strada retta estranea all errore. In quest ottica Prudenzio valorizza il merito personale nel cammino salvifico e ascetico. Analisi del testo Una dicotomia paradossale I versi introducono la lunga trattazione per exempla (nella quale ha ruolo centrale la storia di Lot e della distruzione di Sodoma e Gomorra) sulla dimostrazione della possibilità dell uomo di scegliere il bene o il male e quindi di intraprendere un percorso di salvezza. In particolare, Prudenzio insiste qui sulla posizione privilegiata dell uomo, al quale Dio ha assegnato la sovranità del mondo e il predominio su di esso perché potesse servirsene. Si crea così una dicotomia tra dominio e volontà decisionale sul creato e impossibilità di controllo su sé stessi e la propria volontà; una dicotomia paradossale, utilizzata dal poeta come espediente per costruire la sua argomentazione sulla facoltà del libero arbitrio di cui l uomo è dotato pienamente per volere di Dio. Mettiti alla prova Laboratorio sul testo ONLINE 754

Tua vivit imago - volume 3
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Età imperiale