T4 LAT - La perorazione finale

L autore Apuleio T4 La perorazione finale tratto da Apolog a 103 latino L orazione difensiva di Apuleio termina con una sintetica ed efficace ricapitolazione, attraverso una serie di brevi frasi a effetto, delle varie accuse che gli sono state mosse: i capi d imputazione e la relativa difesa sono entrambi riassunti in lapidarie sententiae, con il risultato, non secondario, di minimizzare ciò che all autore viene contestato. ! 103.1. Quin igitur addis: «reum magistrum, reum vitricum, reum deprecatorem ? repetita iuvant à p. 637 5 10 Sed quid deinde? «Plurimorum maleficiorum et manifestissimorum . Cedo unum de plurimis, cedo dubium vel saltem obscurum de manifestissimis. 2. Ceterum ad haec, quae obiecistis, numera an binis verbis respondeam. «Dentes splendidas : ignosce munditiis. «Specula insp cis : debet philosophus. «Vorsus facis : licet fieri. «Piscis explo ras : Aristoteles docet. «Lignum conse cras : Plato suadet. 3. «Uxorem ducis : leges iubent. «Prior nata ista est : solet fieri. «Lucrum sectatus es : dotalis acc pe, donationem recordare, testamentum lege. 4. Quae si omnia affa tim retudi, si calumnias omnis refutavi, si me in omnibus non modo criminibus, verum etiam maledictis procul a culpa tutus sum, si philosophiae honorem, qui mihi salute mea antiquior est, nusquam minui, immo contra ubique si cum septem pennis eum tenui: 5. si haec, ut dico, ita sunt, possum securus existimationem tuam revereri quam potestatem vereri, quod minus grave et verendum mihi arbitror a proconsule damnari quam si a tam bono tamque emendato viro improber. Dixi. 103. Quin igitur Dixi Quin igitur addis: proposizione interrogativa diretta ( Perché, dunque, non aggiungi ? ). Qui Apuleio si richiama all atto d accusa mosso nei suoi confronti, ricordato poco prima. reum magistrum deprecatorem: è sottintesa la formula, rivolta al giudice, hunc ego apud te facere institui, ho deciso di portare davanti a te costui, il mio maestro, il mio patrigno, il mio intercessore, quale colpevole . Sed deinde: formula di passaggio, di registro colloquiale E poi che altro? . Cedo cedo: Dimmi dimmi . unum manifestissimis: unum, dubium e obscurum (che si riferiscono al maleficium evocato dall accusa) reggono i complementi di provenienza introdotti da de (che richiamano a loro volta i termini usati nella frase precente): uno dei moltissimi uno dubbio o almeno oscuro degli evidentissimi . numera an respondeam: l imperativo numera introduce una interrogativa indiretta con valore dubitativo introdotta da an conta se non rispondo . binis verbis: con due parole : le risposte di Apuleio alle accuse che si riassumono di seguito (di lavare i denti, guardare gli specchi, scrivere versi, esaminare i pesci, consacrare un legno, prendere moglie, e più anziana di lui, di aver cercato un guadagno) consistono infatti tutte di due soli termini. recordare: come il precedente acc pe, e il successivo lege, è un imperativo presente, ma di forma passiva (il verbo è deponente). si affa tim retudi: inizia una lunga serie di protasi con l indicativo, tutte introdotte dalla preposizione si: se ho battuto a sufficienza . si me tutus sum: il verbo tueor ( metto al sicuro ) si costruisce con l accusativo (me); i due sintagmi in criminibus e in maledictis sono complementi di luogo figurato ( non solo nelle accuse, ma anche nelle maldicenze ). qui antiquior est: il comparativo antiquior, concordato con il pronome rela- tivo qui (riferito a honor) in questo caso significa più importante ; salute mea è il secondo termine di paragone ( della mia vita ). cum septem pennis: con sette penne , ossia incolume : riferimento, in parte oscuro, ai combattimenti fra gladiatori: riuscire a conservare intatte le penne del proprio elmo significava aver riportato una vittoria schiacciante sull avversario. si haec ita sunt: haec si riferisce a tutta la serie di protasi con l indicativo (si retudi, si refutavi, si tutus sum, si nusquam minui si tenui): se tutte queste cose sono così, come dico , cui segue l apodosi: possum securus existimationem tua revereri quam potestatem vereri, posso con sicurezza aver rispetto per il tuo giudizio invece che temere per il tuo potere (nota peraltro l uso studiatamente contrapposto dei due verbi corradicali, revereor e vereor). 635

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale