INTRECCI ARTE - L’iconografia: il vero e il falso Seneca

L ET IMPERIALE arte L iconografia: il vero e il falso Seneca Chiunque digiti Seneca immagini come stringa di ricerca su Google trova fra i primi risultati un busto in bronzo di squisita fattura, scoperto a Ercolano e conservato al Museo Archeologico di Napoli, che raffigura la testa di un vecchio segnato dagli anni, con il naso aquilino, la barba incolta, i capelli un po lunghi e spettinati e gli occhi incredibilmente espressivi [1]. La fotografia di questo busto, o delle numerose copie in marmo esistenti, anch esse antiche, ricorre immancabilmente sulle locandine dei convegni come nei capitoli dei manuali di scuola a lui dedicati. Se si uniscono a questa testimonianza le parole dello stesso Seneca per cui il filosofo non può mostrarsi spettinato o con la barba incolta (Epistola 5, 2: «Evita l aspetto trasandato, i capelli in disordine, la barba trascurata ), si può concludere che il primo busto senz altro non lo rappresenta; sappiamo anche però, da Tacito (à p. 57) e da Seneca stesso (Epistola 78, 1: «mi sono ridotto a secernere a goccia a goccia me stesso, consumandomi fino ad una magrezza spaventosa ), che egli era emaciato, il che ci fa dubitare del secondo. Al di là di queste considerazioni, bisogna osservare che il busto napoletano, anche per via della splendida fattura, ha trovato un immensa fortuna, testimoniata dalle numerosissime rappresentazioni della morte di Seneca, in particolare, e dall apprezzamento di Peter Paul Rubens (1577-1640), che ne possedeva una copia in marmo e lo raffigura più volte [3]. [3] [1] Eppure questo non è il ritratto di Seneca, bensì il frutto di una errata attribuzione (probabilmente si tratta del poeta greco Esiodo). Ciò è dimostrato da un erma bifronte (cioè una scultura che raffigura due volti su uno stesso torso) di fattura scadente e realizzazione tarda (III-IV secolo), rinvenuta alla fine dell Ottocento, con le scritte Seneca e Socrate , che dunque ci dice con certezza che il volto raffigurato è quello del nostro filosofo: ma lo rappresenta in carne, con le labbra piene, la fossetta sul mento e lo sguardo fermo [2]. [2] 58

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale