Tua vivit imago - volume 3

Pieter Claesz, Vanitas con teschio, XVIII secolo. Londra, Johnny van Haeften Gallery. Seneca coniuga contraddizioni esistenziali, riflessione filosofica e stile trascinante. potente e beffarda che ci bersaglia da ogni dove, imprevedibilmente. Seneca e l onnipotenza della ragione Eppure l essere umano, da solo, emerge un ritratto che non è affatto quello di un politico potentissimo, ma piuttosto quello di un nobile romano dedito al riposo e alla filosofia: e non è questa l unica delle sue incongruenze. Anche tale elemento, una sorta di mistero che aleggia sul rapporto fra biografia e scrittura, lo rende un autore affascinante. Il medico dell anima Seneca si dichiara filosofo: o meglio, seguace di una filosofia, quella stoica, sfrondata delle discussioni teoriche e ridotta alle istanze etiche sorrette da tutte le armi della retorica. Seneca non vuole essere un filosofo che discute senza costrutto, ma un uomo che trova nella filosofia la cura per le sue angosce, e la comunica a tutti. Seneca si rivolge a noi: non ai lettori del suo o di un tempo specifico, ma a quelli di tutti i tempi. Non parla attraverso ragionamenti sistematici che si discostano dalla realtà ma ammette i propri limiti e mette in luce le nostre stesse contraddizioni: il nostro perdere tempo in stupidaggini per poi lamentarci di averne poco, il nostro temere follemente alcuni eventi naturali come il terremoto o gli incendi e poi rischiare incautamente la vita solo per vivere esperienze da raccontare, il nostro convivere con la morte esorcizzandone il pensiero e disperandoci quando ci si rivela accanto Rappresenta insomma l esistenza come una inesausta lotta dell uomo contro la sorte, guerriera può battere la sorte con un arma invincibile: la ragione. La ragione consente non di eliminare, ma di comprendere, ridimensionare, accettare le disgrazie, trasformandole in esperienze di crescita anziché di annientamento di sé. E, poiché la ragione dipende solo da noi, nessuno, neppure la sorte, può portarcela via. Tutto il resto bellezza, ricchezza, potere, fortune di ogni genere è esteriore ed effimero, può scomparire in un attimo, e non definisce il nostro valore: chi giudicherebbe una statua per il piedistallo, o un cavallo dalla bardatura? Dunque, l uomo migliore non è il più affermato, ma è quello che riesce a gestire e ad accettare, a vivere al meglio la sua condizione, quale che sia: tutto grazie alla sola ragione. Nonostante i proclami sulla serenità e sulla piacevolezza della scelta filosofica, Seneca si definisce un filosofo in cammino, ammette i suoi limiti e le sue debolezze (la suscettibilità, l invidia per lo sfarzo altrui, la paura della morte): in sostanza, fa trasparire la difficoltà e la fatica di questa scelta di vita, ed è per questo che il lettore lo sente ancor oggi vicino. I suoi limiti sono i nostri limiti. Un maestro di persuasione Seneca non vuole convincere o dimostrare, ma persuadere. Il suo uso della retorica è mirato unicamente a questo, talvolta a spese della coerenza del ragionamento. Il risultato sono testi in cui è difficile individuare una struttura argomentativa, ma allo stesso tempo è quasi impossibile sottrarsi al fascino della forma: il discorso senecano è imprevedibile, provocante, avvincente. In una parola, persuasivo. Questo tratto, se da un lato lo ha escluso dal novero dei filosofi tout court, dall altro gli ha garantito una fama imperitura e amplissima, perché non ristretta all ambito degli addetti ai lavori, ma allargata a chiunque abbia a cuore sé stesso. 55

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale