T1 LAT ITA - L’incendio di Roma

L INCONTRO CON L AUTORE T1 L incendio di Roma tratto da Annales XV, 38 latino italiano Nel luglio del 64 d.C. scoppiò a Roma un terribile incendio, che infuriò per ben sei giorni distruggendo gran parte della città e provocando danni incalcolabili; quasi immediatamente si diffuse la voce che fosse stato Nerone a far appiccare le fiamme, o che addirittura mentre il fuoco infuriava avesse intonato un poema sulla caduta di Troia, volendo in questo modo paragonare il destino delle due città. Il racconto di Tacito, una delle fonti principali sull accaduto, riesce a restituire a un tempo l indomabilità dell elemento naturale, il panico dei cittadini e i dubbi sulle responsabilità dell imperatore. 5 10 38.1. Sequitur clades, forte an dolo principis incertum (nam utrumque auctores prodide re), sed omnibus, quae huic urbi per violentiam ignium acciderunt, gravior atque atrocior. [ ] 3. Impetu pervagatum incendium plana primum, deinde in edita adsurgens et rursus inferiora populando anteiit remedia velocitate mali et obnoxia urbe artis itineribus hucque et illuc flexis atque enormibus vicis, qualis vetus Roma fuit. 4. Ad hoc lamenta paventium feminarum, fessa aetate aut rudis pueritiae, quique sibi quique aliis consulebant, dum 38.1. Seguì un disastro, non si sa se dovuto al caso, oppure alla perfidia di Nerone, poiché gli storici interpretarono la cosa nell un modo e nell altro. certo però che questo incendio per la sua violenza ebbe effetti più terribili e spaventosi di tutti gli incendi precedenti. 3. Spinto dalla violenza l incendio si diffuse dapprima nei luoghi piani, poi salì ai colli e poi di nuovo invase devastando i luoghi bassi e con la sua rapidità prevenne ogni possibilità di rimedio, poiché il fuoco si appiccava con estrema facilità alle vie strette e tortuose ed agli immensi agglomerati di case della vecchia Roma. 4. A tutto ciò s aggiungevano le grida lamentose delle donne atterrite e l impaccio dei vecchi malfermi e dei bambini e coloro che cercava- 38.1. Sequitur clades atrocior Sequitur clades: la narrazione comincia con due sole parole, in modo asciutto e quasi brusco, per poi rivelare a poco a poco tutta la gravità dell accaduto. forte an dolo principis: variatio*, per cui le due ipotesi sono espresse con un avverbio (forte) e un ablativo di causa (dolo). incertum: sottinteso est; l aggettivo regge la precedente interrogativa indiretta disgiuntiva. prodide re: terza persona plurale dell indicativo perfetto di prodo, forma alternativa di prodide runt. omnibus: secondo termine di paragone, da collegare ai successivi comparativi gravior atque atrocior. quae acciderunt: l intera re- Audio LETTURA BREVI TAS Lo stile di Tacito, in particolare in corrispondenza dell apertura di questi paragrafi, si caratterizza per una prosa asciutta, che riduce al minimo gli elementi che compongono le proposizioni. Questa scelta illustra una delle sue principali caratteristiche, la brev tas, che apre poi all espansione del discorso attraverso l aggiunta di ulteriori segmenti sintattici. VARIATIO Coerentemente con la ricerca di un periodare che rifiuta l armonia sintattica, Tacito fa largo uso del modulo della variatio, che evita l attesa simmetria all interno di una correlazione, per esempio associando un avverbio e un sostantivo in ablativo (forte dolo), oppure un participio presente (adsurgens) e un gerundio (populando). lativa è una lunga perifrasi* per indicare gli incendi precedenti ; l impiego di simili perifrasi è una caratteristica tipica dello stile di Tacito, talvolta utilizzata per evitare il ricorso a sostantivi tecnici o inadatti al genere storiografico. 3. Impetu Roma fuit Impetu: ablativo di modo. pervagatum: sottinteso est, è perfetto deponente con valore attivo da pervagor e regge il complemento oggetto plana. primum deinde: prima poi . adsurgens populando: costruisci: adsurgens in edita et rursus populando inferiora. Si tratta di un altro caso di variatio: dopo il participio presente adsurgens ci si aspetterebbe un secondo participio coor- dinato, ma Tacito ricorre invece all ablativo del gerundio populando (da populor). anteiit remedia: anticipò le contromisure ; metafora* medica. velocitate mali: lett. per la rapidità della sciagura ; complemento di causa. obnoxia urbe: poiché la città era vulnerabile , ablativo assoluto nominale che varia il precedente complemento di causa velocitate all ablativo semplice. 4. Ad hoc cuncta impediebant fessa aetate aut rudis pueritiae: dall età ormai avanzata o dalla tenera infanzia , sono complementi di qualità; anche qui è evidente la variatio nell alternanza di ablativo e genitivo. cuncta: è accusativo neutro 507

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale