Tua vivit imago - volume 3

Raffigurazione del grande incendio di Roma del 64 d.C., al tempo dell imperatore Nerone. La nostra visione dell impero romano del I secolo d.C. è condizionata dalla rappresentazione tacitiana. è sì il riflesso di quella storiografia senatoria, tradizionalmente ostile al principato, di cui egli è tra i più eminenti rappresentanti, ma si accompagna anche a una profondità e a una lucidità nell indagine dei fenomeni politici e della psicologia dei potenti che non conosce paragoni. per questo che ancora oggi il nostro giudizio su imperatori come Tiberio, Claudio e Nerone è inestricabilmente legato a quello espresso da Tacito; più in generale, quando guardiamo alle vicende delle dinastie Giulio-Claudia e Flavia è attraverso i suoi occhi che lo facciamo. Nell immaginario collettivo della cultura occidentale, l impero romano del I secolo d.C. (e non solo) è in larghissima parte quello che ci ha descritto lo storico con la sua penna implacabile. Un classico sempre attuale Come tutti i classici, tuttavia, le opere di Tacito non si limitano a restituirci uno spaccato per quanto complesso e affascinante del mondo in cui sono state concepite, ma mettono il lettore di fronte a temi e problemi dalla validità universale. Infatti, dai suoi esordi letterari (l Agricola e la Germania) fino alle due grandi opere storiche della piena maturità, Tacito affronta e dà la sua personale risposta a questioni che non sono meno attuali oggi di quanto lo fossero al suo tempo: qual è l atteggiamento più proficuo nel rapporto con un potere oppressivo e liberticida, e qual è lo spazio di libertà per il singolo individuo in una tale situazione? Come bisogna rapportarsi con l altro da noi e quali sono le lezioni che si possono trarre dal contatto con una popolazione completamente estranea? Quali sono i meccanismi che regolano il potere e che effetti produce il suo esercizio sull animo umano? La profondità dell analisi tacitiana su questi temi è una delle ragioni principali della sua scottante attualità, soprattutto perché non ha perso nulla dell urgenza che la animava: mutatis mutandis, gli esseri umani continuano ora come allora a misurarsi con problemi del tutto simili; e ancora oggi è possibile chiedersi come si legge negli Annales «se, come per tutto il resto, il favore dei principi concesso ad alcuni e l avversione per altri sia un gioco del destino o una fatalità legata alla nascita, oppure se ciò, almeno in parte, non dipenda dalle nostre scelte, e se esista una possibilità, tra l opposizione frontale e l osceno servilismo, di procedere per la propria strada, libera da intrighi e pericoli (IV, 20, trad. M. Stefanoni). questo anche uno dei motivi per cui Tacito non ha mai lasciato indifferenti i suoi lettori: avversato dai potenti (Napoleone, che si identificava ben volentieri nelle grandi figure degli imperatori romani, lo detestava), compulsato, ammirato e imitato da filosofi, storici e poeti, dopo la riscoperta da parte degli umanisti, Tacito ha impartito una lezione il cui fascino sostenuto da un talento letterario fuori dal comune non è mai venuto meno. 489

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Età imperiale