Tua vivit imago - volume 3

e un enorme vestibolo, dove si ergeva, ad accogliere gli ospiti, una statua colossale di Nerone. Morto Nerone, gli imperatori che gli succedettero vollero cancellare ogni traccia del predecessore e del suo palazzo, scandalosa espressione di uno smodato lusso personale e quasi di una indebita appropriazione dello stesso spazio fisico dell Urbe: gli edifici vennero quindi spogliati dei rivestimenti e delle sculture e riempiti di terra fino alle volte, per poter costruire altri edifici al loro posto; la statua colossale fu conservata (da essa prende infatti nome il Colosseo), ma divenne un immagine del dio Sole. Le parti oggi visitabili sono quelle che si trovano sul colle Oppio: si tratta di ambienti probabilmente destinati a feste e banchetti, rimasti interrati e sconosciuti fino al Rinascimento, quando, dopo alcuni ritrovamenti casuali, artisti come Pinturicchio, Ghirlandaio, Raffaello e Giulio Romano iniziarono a calarsi dall alto nelle grotte sotterranee , per copiare i motivi decorativi che vi erano conservati e che da allora presero il nome di grottesche (termine indicante un genere decorativo che rielabora i motivi della decorazione parietale romana) proprio per la loro collocazione all interno di grotte . IL RACCONTO DI SVETONIO Dello scandalo suscitato dalla sontuosità della Domus Aurea resta traccia in diversi autori antichi; la testimonianza più suggestiva è probabilmente quella del biografo Svetonio, che nella sua opera dedicata alla vita di Nerone, nella sezione dedicata ai «vizi , considera la residenza un segno rappresentativo della tendenza dell imperato- re a dilapidare le ricchezze: «Per dare un idea della sua estensione e della sua magnificenza, basterà ricordare i seguenti dati. C era un vestibolo in cui era stato eretto un colosso a sua sembianza, alto centoventi piedi. Era tanto vasta, che nel proprio interno aveva parecchie miglia di porticati a triplo ordine di colonne, e uno stagno che sembrava un mare, circondato da edifici che formavano quasi una città. [ ] Il soffitto dei saloni per i banchetti era a tasselli di avorio mobili e perforati, in modo da poter spargere fiori e profumi sui convitati. Il principale di questi saloni era rotondo e girava su sé stesso tutto il giorno, come la terra. [ ] Quando Nerone inaugurò il palazzo, lo approvò soltanto con queste parole: Finalmente comincerò ad abitare come un uomo! (Vitae Caesarum VI, 31, trad. F. Dessì). CAMPIDOGLIO Foro di Cesare ESQUILINO Cisterna delle Sette sale Foro di Augusto Foro VELIA Domus Aurea OPPIO Vestibolo Padiglione sopravvissuto Lago PALATINO CELIO Circo Massimo Ipotesi di ricostruzione Strutture conservate Statua di Nerone Pianta dell area circostante la Domus Aurea. Fino a noi BENI PRIVATI O PATRIMONI PUBBLICI? Nel corso dei secoli, numerosi re, papi, signori e capi di Stato hanno fatto erigere, a simbolo del loro potere, residenze di incredibile bellezza e fasto, investendo in queste opere enormi quantità di denaro. Per fare solo qualche esempio, potremmo citare la reggia di Versailles, voluta da Luigi XIV che si estendeva per più di 63.000 mq, con un parco che all epoca contava circa 8000 ettari , il Palazzo d Inverno con le sue 1.057 stanze, fatto costruire a San Pietroburgo dallo zar Pietro il Grande, o ancora il Palazzo del Quirinale, residenza dei papi fino al 1871, quando Roma fu annessa al neonato Regno d Italia. Quali riflessioni ti suscitano queste estreme manifestazioni di lusso riservate, nell antichità come ai nostri giorni, a pochissimi privilegiati? Si tratta di un uso sbagliato di risorse che potrebbero essere impiegate meglio in favore della collettività? Oppure le grandi realizzazioni architettoniche, sebbene riservate in origine a un uso privato, rappresentano comunque, come tutte le opere d arte, un patrimonio comune e condiviso? 35

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Età imperiale