Tua vivit imago - volume 3

Francisco Goya, La fucilazione del 3 maggio1808 L autore Stazio (particolare), 1814. Madrid, Museo del Prado. Stazio è un artigiano della poesia, versatile, colto e innovatore. Un mondo perfetto Le Silvae sono una raccolta in cinque libri di componimenti d occasione, dedicati a celebrare monumenti, matrimoni, funerali, figure ed episodi di vita familiare, illustri amici o patroni del poeta. In queste poesie la realtà è presentata sempre nei suoi aspetti migliori, quasi come se ci trovassimo a vivere in un mondo perfetto: «Nel mondo delle Silvae tutto è bello, i lati oscuri dell esistenza vanno allontanati (o, almeno, dimenticati), se c è un dolore per un lutto va contrastato con una consolazione (a che serve, altrimenti, la poesia?) e il poeta stesso [ ] può fare a meno di soffrire in lunghe e accanite elaborazioni callimachee, perché comunque i suoi componimenti incontrano il favore degli illustri lettori e destinatari (A. Cucchiarelli). Stazio non è stato il primo a comporre poesie d occasione di questo tenore, ma è la sua raccolta ad avere storicamente fornito alle letterature delle epoche successive il principale modello per questo genere letterario: un modo di fare poesia radicalmente alternativo a quello, soggettivo e sofferto, al quale, dopo il Romanticismo, tendiamo a pensare come alla forma naturale di composizione poetica; una poesia al centro della quale non vi sono i tormenti dell interiorità, ma le bellezze del mondo e della vita. L epica argentea Anche come poeta epico, Stazio rivela una varietà di ispirazione difficile da incontrare in altri autori: con i suoi poemi, la Tebaide e l incompiuta Achilleide, realizza due opere completamente diverse a partire dall impianto strutturale, con la prima incentrata su un conflitto (come l Iliade), la seconda sulle gesta di un singolo protagonista (come l Odissea); due opere che prescindendo dal Bellum civile di Lucano, un caso a parte per via della sua natura anti-epica costituiscono l espressione più alta del genere nella letteratura dell età imperiale. In particolare la Tebaide è stata letta per tutto il Medioevo come uno dei capolavori dell epica latina, e non è certo un caso che Dante abbia fatto di Stazio uno dei personaggi più importanti del Purgatorio; incalcolabile è la rilevanza del poema come tramite dei miti del ciclo tebano per la cultura europea: per fare soltanto un esempio, drammaturghi come il francese Jean Racine (1639-1699) o Vittorio Alfieri (1749-1803) non si sono ispirati, nelle loro opere dedicate a questo ciclo mitico, alle tragedie di Sofocle, ma proprio alla Tebaide il capolavoro di un poeta che, da tempo rivalutato dalla critica specialistica, merita di essere nuovamente valorizzato anche nel contesto dell insegnamento scolastico. La riflessione sulla guerra e sul potere Al di là del fascino esercitato dal racconto, la Tebaide costituisce una riflessione sempre attuale sugli orrori della guerra e della tirannide: la violenza portata all estremo che culmina in gesti tremendi, come quello del guerriero che morde furiosamente il capo mozzato del suo avversario, simboleggia le atrocità alle quali l essere umano può essere spinto dall odio e dal furore alimentati dal conflitto. Inoltre, la trama politica del poema dalle cause della guerra fino alla decisone, presa dal nuovo re, di non dare sepoltura ai morti nemici rivela in modo esemplare le tragiche, disumane conseguenze alle quali può portare l esercizio tirannico del potere: una lezione, questa, che resta valida ancora oggi. 333

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Età imperiale