2. La dinastia Flavia

L ET IMPERIALE in breve si assicura i favori dei pretoriani, fa assassinare Galba e Pisone, e viene acclamato imperatore. Il nuovo princeps, però, si trova a sua volta a fare i conti con Vitellio, che nel frattempo ha accresciuto il numero di legioni schieratesi dalla sua parte e sta muovendo verso Roma. Otone gli va incontro con le sue truppe, viene sconfitto nei pressi di Cremona e si suicida. Vespasiano, sostenuto Da Vitellio a Vespasiano Vitellio diventa così padrone di Roma, ma il suo potere si basa dalle legioni orientali e sulla fedeltà poco stabile di legioni pronte a rivendicare privilegi per i servizi offerti, dunque danubiane, sconfigge su soldati sui quali non esercita un effettivo controllo. Soprattutto, il nuovo princeps non Vitellio ed entra a Roma come imperatore. ha dalla sua parte le legioni che agiscono sui confini più strategici dell impero: il fronte da- nubiano e l Oriente. Queste legioni decidono piuttosto di garantire il loro sostegno a Tito Flavio Vespasiano, un generale di origini sabine, proveniente da una famiglia equestre, che in quel momento si trova in Giudea per sedare una rivolta scoppiata nel 66 d.C. Acclamato imperatore grazie al supporto del prefetto d Egitto e del governatore di Siria, Vespasiano si muove subito verso Roma con una manovra a tenaglia: mentre con le sue truppe prende il controllo dell Egitto e, dunque, dei rifornimenti alimentari diretti a Roma, le legioni danubiane si muovono verso l Italia, seguite dalle legioni siriane. Lo scontro con le truppe di Vitellio avviene ancora una volta presso Cremona e si risolve con la vittoria degli uomini di Vespasiano. Da lì, nonostante i tentativi di mediazione, la guerra giunge fino a Roma: il prefetto dell Urbe Flavio Sabino, fratello di Vespasiano, è costretto ad asserragliarsi assieme al nipote Tito Flavio Domiziano sul Campidoglio, che viene però conquistato e dato alle fiamme; Sabino viene massacrato, mentre Domiziano, futuro imperatore, riesce fortunosamente a salvarsi. L arrivo delle legioni di Vespasiano segna la fine del principato di Vitellio: verso la fine di quello stesso anno entrano a Roma e, dopo aspri combattimenti, eliminano il princeps e i suoi sostenitori. Vespasiano, riconosciuto imperatore dal Senato mentre era ancora in Egitto, può fare il suo ingresso in città agli inizi dell anno successivo. 2. La dinastia Flavia Vespasiano dà al ruolo Il principato di Vespasiano Con l ascesa al potere di Vespasiano (69-79 d.C.), il prindi princeps un profilo cipato passa per oltre vent anni nelle mani della gens Flavia. Vespasiano, infatti, riesce a dinastico e, con la lex garantire stabilità all impero proprio rafforzando l idea di una trasmissione dinastica del de imperio Vespasiani, istituzionale. ruolo di princeps, tant è che, a eccezione dei primissimi anni del suo governo, complicato da Busto di Vespasiano. 282 una rivolta delle popolazioni stanziate lungo il Reno e dalla fase finale della rivolta giudaica scoppiata sotto Nerone (à p. 283), Vespasiano non si trova a dover affrontare particolari minacce: la sua figura gode di un discreto prestigio e gli episodi di dissenso sono, nel complesso, assai marginali; la repressione di uno di questi porta però alla morte, nel 75 d.C., dello stoico Elvidio Prisco, genero di Tràsea Peto, a suo tempo vittima di Nerone. A giocare a favore di Vespasiano nella stabilizzazione del principato sono molto probabilmente due elementi: in primo luogo, la scelta di condividere parte dei propri poteri, già nel 71 d.C., con suo figlio Tito, soluzione in grado di garantire continuità all impero anche in caso di morte improvvisa del princeps; in secondo luogo, il fatto di presentare la propria figura sotto la luce del recupero dei valori tradizionali. Da questo punto di vista occorre sottolineare come con Vespasiano il principato subisca un ulteriore trasformazione. Anche a causa della fine di Nerone, che ha portato all estinzione della famiglia Giulio-Claudia, la figura del princeps comincia ad acquisire un vero e proprio profilo istituzionale e infine dinastico, lontano dall idea di prestigio personale e familiare che ne aveva costituito le basi a partire da Augusto. Si è rafforzata l idea che il princeps sia imperator, cioè comandante acclamato

Tua vivit imago - volume 3
Tua vivit imago - volume 3
Età imperiale