Tua vivit imago - volume 3

L autore Petronio 20 25 30 35 40 il vizio della stirpe umana,5 fu subito preso dal desiderio di sapere chi era e che faceva. 7. Scende dunque nel sepolcreto, e vista quella bellissima donna, da principio rimase di stucco, sbalordito come se costei fosse una specie di spettro o una visione infernale.6 8. Poi come vide la salma distesa e rimase a osservare quelle lagrime e quel viso graffiato dalle unghie, stimando chiaramente quel che poi era, e cioè che la signora non riusciva a sopportare il dolore per quel dipartito, portò seco dentro la tomba7 la sua cenetta, e incominciò a esortare la lagrimante a non ostinarsi in quella vana afflizione, e a non starselo a rompere il petto con quei gemiti che non lo risuscitavano mica il morto, essendo la morte uguale per tutti, e uguale l ultimo domicilio, e tutte le altre belle parole atte a risanare i cuori feriti. 9. Ma quella, urtata da quel conforto da non prendersi neanche in considerazione, si lacerò con maggior violenza il petto, e strappatesi delle ciocche di capelli le dispose proprio sul trapassato. 10. Tuttavia il soldato non desistette,8 ma con la medesima persuasività provò a somministrare del cibo a quella pur fragile donna, finché l ancella, adescata dal nettàreo profumo del vino,9 prima la allunga lei la mano vinta, al gentile invito, poi ristorata dalla bevanda e dal cibo, comincia a dare l assalto alla pertinacia della signora10 e: 11. A che pro le insinua distruggerti di fame, seppellirti viva, effondere l anima incolpevole, prima che i fati l ingiungano? 12. Credi forse che di ciò s avvedano il cenere e i Mani sepolti?11 Vuoi o no tornare a vivere? Vuoi o no buttar via i pregiudizi delle donnette e goderti le gioie della vita, finché sarà possibile? Proprio questo corpo morto ti deve convincere a vivere . 13. Nessuno ascolta controvoglia quando lo si spinge a prendere cibo e a vivere. E così la signora, sfinita da alquanti giorni di digiuno, lasciò che gliela infrangessero quella sua ostinazione, e si riempì di cibo non meno golosamente dell ancella, che l aveva precorsa nella resa.12 5. un lume stirpe umana: compaiono qui due elementi molto importanti: la luce della lampada, che è un tòpos della letteratura amorosa, e la curios tas, che è il motore di tanti romanzi d avventura. L azione è ambientata in una parte della città adibita a cimitero («tra le tombe ); l immagine del soldato che si addentra fra le tombe compare anche in Satyricon 50. 6. rimase di stucco infernale: ricorda che il soldato si è diretto fra le tombe ed è entrato in un sepolcro: la sua aspettativa, dunque, è quella di imbattersi in qualcosa di sovrannaturale. 7. la tomba: in latino monumentum, termine che indica un mausoleo, un piccolo ambiente in muratura che gli individui di rango elevato facevano realizzare per custodire le proprie spoglie e quelle dei propri familiari; al suo interno si officiavano i riti per la celebrazione dei defunti. 8. il soldato non desistette: l espressione (in latino Non recessit miles) è propria del linguaggio militare: il soldato non cede, mantiene la posizione e riparte all assalto. 9. adescata vino: ricorda che non solo nel mondo classico le donne (soprattutto se di bassa condizione sociale) erano considerate particolarmente soggette a cedere alle tentazioni, ma anche che il consumo di vino da parte di costoro era ritenuto disdicevole. 10. comincia a dare l assalto signora: ritorna il campo semantico militare: la resistenza della matrona comincia a essere sconfitta dal bisogno di mangiare e di bere e l insistenza dell ancella è narrata come se fosse un vero e proprio assedio. L ancella, il cui ruolo diventa ora fondamentale, viene qui descritta nei termini di una traditrice che, corrotta dal nemico, provoca la conquista della città. 11. Credi forse sepolti?: il verso è ispirato a un esametro virgiliano (Id cinerem aut manis credis curare sepultos?, Enei de IV, 34), ed è usato da Petronio, come il successivo alla r. 49, con intenti parodistici: proviene, infatti, dalla scena in cui Anna vuole convincere sua sorella Didone, regina di Cartagine, a cedere all amore per l eroe troiano Enea, nonostante il giuramento di fedeltà fatto sulla tomba di suo marito Sicheo. Il tono parodico è dato dal contrasto tra la situazione del racconto epico (richiamato dalla citazione) e quella della novella, caratterizzata da personaggi e sentimenti di ben diversa levatura; degno di nota è l uso del verbo sentire in luogo del virgiliano curare: mentre quest ultimo può avere un valore metafisico, il verbo sentio si collega a una percezione sensoriale che per il morto è ovviamente impossibile. 12. E così resa: di nuovo un lessico tipicamente militare che accosta ancora una volta la donna a una città conquistata: l impresa del soldato è descritta nei termini di un vero e proprio assedio, portato a termine con successo. 265

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Età imperiale