PLUS - Il giudizio di Quintiliano

L ET DI AUGUSTO in breve precisa scelta stilistica da parte di Livio, che potrebbe aver voluto raccontare la storia della Roma arcaica con un linguaggio, appunto, più arcaico e solenne; oppure l autore potrebbe essere stato influenzato dalle fonti usate di volta in volta, che per i primi secoli sono Ennio e gli annalisti (a loro volta influenzati dalla lingua dell epica arcaica). anche possibile, naturalmente, che le due ipotesi siano vere entrambe: Livio potrebbe aver intenzionalmente conservato la patina arcaica e poetica che era propria delle fonti da lui seguite per l epoca più antica. Livio utilizza una Una lingua urbana Nel complesso si può affermare che la lingua utilizzata dallo storico lingua urbana e a volte è quella urbana, con qualche espressione colloquiale (frequente, per esempio, è l ellissi del colloquiale. verbo sum). Sappiamo da Quintiliano che l uomo politico e scrittore a lui contemporaneo Asinio Pollione (76 a.C.-5 d.C. à p. 41) gli rimproverava la patavin tas, cioè l inflessione dialettale padovana. Per noi è però impossibile verificarne l effettiva presenza nel testo, perché le nostre conoscenze linguistiche non sono sufficienti a cogliere eventuali patine linguistiche provinciali, tanto che si è anche ipotizzato che con quell espressione Asinio Pollione non intendesse riferirsi all aspetto linguistico, bensì al moralismo che sarebbe stato proprio della sua personalità (Padova, infatti, era città famosa per i costumi austeri e l orientamento conservatore). à Ritratto di Tito Livio. Il giudizio di Quintiliano In diversi passi della sua Institutio oratoria il retore Marco Fabio Quintiliano (35/40-96 d.C.) cita Livio, riportando anche l accusa di patavin tas mossa allo storico da Asinio Pollione (76 a.C.-5 d.C.). La più celebre fra le menzioni di Livio riguarda, però, lo stile dello scrittore, in un contesto in cui si tratta della diversità fra il modo di scrivere la storia e l oratoria (Institutio oratoria X, 1, 31-32): Anche la storia può dar nutrimento all oratore col suo succo sostanzioso e piacevole. Ma anch essa va letta in maniera che sappiamo che la maggior parte delle sue virtù devono essere evitate dall oratore. Infatti è molto affine 590 alla poesia, ha tutta l aria di essere una specie di poesia in prosa ed è scritta per narrare, non per provare, totalmente rivolta com è non ad un azione pratica e a uno scontro immediato, ma a ricordare i fatti ai posteri e a lasciare fama del proprio ingegno: ed è per ciò che evita il tedio delle narrazioni sia con parole più ricercate che con figure più libere. Quindi, come ho detto, né dovremo aver di mira la celebrata concisione di Sallustio [illa Sallustiana brev tas] di cui nulla può essere più perfetto per lettori attenti e colti in presenza del giudice, che ha tanti pensieri per la testa e sovente non è persona colta; né varrà abbastanza ad informare chi cerca la verità e non l eleganza dell esposizione lo stile ampio e pastoso di Livio [illa Livi lactea ubertas] (trad. P. Pecchiura)

Tua vivit imago - volume 2
Tua vivit imago - volume 2
Età augustea