Fino a noi - La fortuna di Ovidio

L autore Ovidio Fino a noi La fortuna di Ovidio Un successo che si rinnova dall antichità ai nostri giorni: una lunga aetas Ovidiana. L antichità La poesia di Ovidio ha un enorme successo sin dall antichità. Numerose, infatti, sono le riprese nelle opere dei poeti latini successivi, ma il successo presso tutti gli strati della popolazione è testimoniato dalla presenza di versi ovidiani tra i graffiti ritrovati a Pompei, risalenti dunque alla seconda metà del I secolo d.C. Nonostante le riserve sul suo stile pronunciate da Seneca Retore e Quintiliano e quelle sul contenuto della sua poesia avanzate da Seneca il filosofo, nel complesso Ovidio è il poeta latino più influente, insieme naturalmente a Virgilio, sulla poesia latina di età imperiale e tardoantica. Il Medioevo Immensa è la fortuna di Ovidio anche nel Medioevo, e in particolare nei secoli XII e XIII, che sono stati definiti dal filologo tedesco Ludwig Traube (1861-1907) come aetas Ovidiana, a seguire le aetates rispettivamente Vergiliana (VIII-IX secolo) e Horatiana (X-XI secolo). Le Metamorfosi sono il principale repertorio di miti pagani al quale attingono, direttamente o indirettamente, tutti i principali poeti e scrittori, da Dante (1265-1321) all inglese Geoffrey Chaucer (1340/1345-1400), autore dei Racconti di Canterbury. Estremamente diffusi sono gli adattamenti e le traduzioni del poema, che ne propongono un interpretazione allegorica, compatibile con i valori e la visione del mondo cristiana (per esempio Narciso è visto come un allegoria del peccato di orgoglio, mentre Eco della virtù della misericordia): i più famosi, scritti entrambi nella prima metà del XIV secolo, sono l anonimo Ovide moralisé, un poema in francese, e l Ovidius moralizatus di Pierre Bersuire (o Petrus Berchorius), in prosa latina. La lettura moralistica e allegorica del poema ovidiano può apparire oggi, a prima vista, molto lontana da un modo corretto di interpretare i testi antichi, ma la critica più recente ha rivalutato, in parte, questo tipo di lettura: «Non basta dire che è una risposta medievale più che classica, dato che nel poema circolano figure che hanno esplicito statuto allegorico, quali Invidia, Fama e Sogni, e non stupisce che le versioni ovidiane di miti quali Narciso, Pigmalione, Dedalo e Mirra continuino ad alimentare strumenti di lettura quali la psicanalisi o la differenza sessuale. Solo la tragedia greca, fra i testi secolari [cioè non religiosi], si è dimostrata altrettanto fertile per letture che trascendono le aspettative culturali storicamente verificabili (A. Barchiesi à p. 562). Molto importante è la presenza delle Metamorfosi nella Commedia di Dante, che riprende da Ovidio gli exempla mitologici e mostra spesso di tenere presenti non soltanto le vicende narrate nel poema ovidiano (che avrebbe potuto leggere nei repertori mitografici), ma anche il modo nel quale Ovidio le racconta e i significati che egli specificamente associa a esse, sicché, almeno in alcuni casi, il confronto con il testo ovidiano si rivela determinante per l interpretazione di alcuni episodi danteschi: così, per esempio, nei due canti dell invidia nel Purgatorio (XIII e XIV) Jean-Baptiste-Marie Pierre, Il rapimento di Europa, 1750. Dallas, Dallas Museum of Art. 459

Tua vivit imago - volume 2
Tua vivit imago - volume 2
Età augustea