L’emergere dell’individualità

La lirica Catullo (quella delle nugae), in cui il poeta utilizza già alcuni metri propri della lirica greca arcaica, come la strofe saffica. Dopo Orazio, i metri lirici continuano ad avere un certo successo e vengono impiegati da poeti come Stazio (ca 45-96 d.C.) in età flavia (nelle Silvae), dai poetae novelli che nel II secolo d.C. recuperano l esperienza neoterica o da Ausonio nel IV secolo d.C.; in età tardoantica, inoltre, si ha una vera e propria fioritura di poesia lirica cristiana, nella forma soprattutto di inni religiosi, per esempio con Prudenzio, attivo nella seconda metà del IV secolo. L emergere dell individualità Ciononostante, occorre riconoscere che, a fronte di generi ben più praticati (come l epica, per esempio), la lirica a Roma è rimasta se si eccettuano gli autori appena citati priva di uno sviluppo paragonabile a quello che aveva invece avuto in Grecia. Del tutto diversa, del resto, è la funzione sociale di questo genere di poesia, in conseguenza del diverso contesto sociale e politico: anche il poeta lirico romano scrive per un pubblico selezionato e probabilmente recita alcune delle sue composizioni, ma non appartiene a una eterìa o a un tìaso di cui debba incarnare i valori. per questo che il lirico Orazio, sebbene imiti spesso Alceo e componga diverse odi di argomento politico, allo stesso tempo indulge spesso al racconto della propria individualità, delle sue angosce, dei suoi tormenti e delle sue gioie. Anche i lirici greci avevano usato spesso la prima persona singolare, ma nel loro caso non è mai chiaro fino a che punto l io poetico si identifichi con l io del poeta, o non sia piuttosto quello di una persona loquens (cioè un personaggio che parla in prima persona, ma che non è il poeta); con Catullo e Orazio, invece, l io del poeta diviene per la prima volta il centro della poesia lirica. LA LIRICA NEL MONDO MEDIEVALE E MODERNO I trovatori e la Scuola siciliana Come per la letteratura greca, anche per l età medievale il concetto di lirica differisce non poco da quello attuale. Il gusto contemporaneo tende infatti a enfatizzare, nella poesia lirica, il tratto dell originalità, visto come una garanzia dell autenticità dei sentimenti e delle idee espresse dal poeta. Come già nel mondo antico, così anche nel Medioevo l aderenza ai modelli è sentita, al contrario, come un elemento indispensa- Miniatura raffigurante l imperatore Federico II di Svevia e il suo falcone, tratta da un manoscritto del XIII secolo (Pal. Lat. 1071, f. 1) di De arte venendi cum avibus della Biblioteca Vaticana. bile per la produzione poetica, compresa quella lirica. Uno dei movimenti più rilevanti fu quello trobadorico. La poesia dei trovatori nasce attorno alla fine dell XI secolo nel Sud della Francia, per poi propagarsi anche alla Spagna e all Italia. Il tema principale è l amore, sensuale o trascendentale, modulato in maniera talvolta molto differente in base alla personalità dei singoli poeti; non mancano tuttavia componimenti di argomento politico o morale. Tra i principali protagonisti, possiamo ricordare Bertran de Born, Bernart de Ventadorn e Arnaut Daniel, attivi nel XII secolo. Poco più tardi anche in Italia si struttura una solida corrente, quella della cosiddetta Scuola siciliana , il cui massimo esponente è Giacomo da Lentini (XIII secolo). La linea lirica L eredità trobadorica e siciliana viene ripresa dai grandi poeti del Trecento: Dante Alighieri, Giovanni Boccaccio e Francesco Petrarca. Tutti e tre compongono poesie liriche, ma l autore che si afferma come il massimo esponente del genere è Francesco Petrarca 351

Tua vivit imago - volume 2
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Età augustea