PLUS - Saffico e pindarico: storia di due aggettivi

I GENERI Saffico e pindarico: storia di due aggettivi Due aggettivi comunemente usati in italiano derivano dal nome di due poeti lirici greci. L aggettivo saffico , che prende il nome dalla poetessa di Lesbo, è utilizzato oggi per indicare l amore che lega due persone di sesso femminile. L aggettivo pindarico , impiegato nell espressione volo pindarico , deriva invece dalla complessa struttura delle odi composte da Pindaro, il quale fa ricorso a rapidi trapassi logici per introdurre episodi del mito indirettamente legati all occasione del carme: quindi, nel contesto di un discorso scritto o parlato un volo pindarico è un passaggio rapido, in assenza di una esplicita connessione logica, da un argomento a un altro, oppure più in generale un ardita digressione dall argomento principale di cui si sta parlando. Busto di Pindaro, copia dell originale del V secolo a.C., conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Pindaro per i grandi giochi panellenici (come le Olimpiadi, ma anche altri); e così via. L altro importante punto è strettamente collegato al primo. Se l opera veniva composta per un occasione, essa era anche composta per un pubblico ben determinato e (almeno nel caso della lirica monodica) intellettualmente raffinato. Da ciò discende che il poeta non mirava a un pubblico di lettori come avverrà, in parte, già con la poesia lirica latina a Roma, dove il commercio librario e la diffusione scritta del sapere sono molto più avanzati ma a un consesso di ascoltatori, che fruivano auralmente, cioè per mezzo dell udito, della composizione del poeta. Ciò permette di richiamare ulteriormente l attenzione sul forte ruolo svolto dalla musica nella composizione della poesia lirica, che come i madrigali del nostro Cinquecento ne era influenzata e, viceversa, influenzava la composizione musicale di accompagnamento. LA LIRICA A ROMA I poeti lirici latini In età augustea, Orazio (à p. 214) ha gioco facile nell affermare (Odi III, 30, 13-14) di essere stato il primo a riportare in lingua romana, con i Carmina, la grande poesia lirica, in particolare quella di Alceo. Effettivamente, Orazio rappresenta la vetta maggiore della produzione lirica romana, ma non è lui a inaugurare il genere a Roma, che inizia con i poeti neoterici: basterà solo ricordare la prima sezione del Liber di 350 Giacomo Di Chirico, Ritratto di Orazio Flacco, 1871. Potenza, Pinacoteca provinciale.

Tua vivit imago - volume 2
Tua vivit imago - volume 2
Età augustea