T2 - La sorte delle anime (Virgilio, Eneide)

La vita dopo la morte T2 La sorte delle anime Virgilio Eneide VI, 426-444 e 739-751 Nel corso del suo viaggio nelle regioni dell oltretomba, Enea ha l occasione di conoscere la sorte delle anime dei defunti, che varia a seconda del comportamento tenuto in vita e delle circostanze della morte. Ti proponiamo due brani dell ampia narrazione virgiliana. Il primo è la rassegna dei bambini morti in tenera età, che «un tetro giorno rapì e sommerse nella tomba acerba (abstulit atra dies et funere mersit acerbo: è il celebre v. 429, che Giosue Carducci riprenderà in un sonetto in morte del figlioletto), di coloro che sono stati ingiustamente condannati a morte, dei suicidi e dei morti per amore. Il secondo brano è la conclusione del discorso con cui l ombra di Anchise, padre di Enea, spiega a suo figlio che alcune anime sono destinate, dopo un ciclo di mille anni, a reincarnarsi in nuovi corpi. Subito si udirono voci e un alto vagire, piangenti anime d infanti sul limitare della soglia, che esclusi dalla dolce vita e strappati dal seno un tetro giorno rapì e sommerse nella tomba acerba. 430 Accanto a loro i condannati a morte per ingiusta accusa. Queste dimore non sono assegnate senza sorteggio e senza giudice. Minosse,1 inquisitore, scuote l urna; convoca il concilio dei morti silenziosi e apprende le vite e le colpe. Poi occupano mesti i luoghi vicini gli innocenti 435 che si diedero la morte di propria mano, e in odio alla luce gettarono la vita. Quanto vorrebbero ora sopportare sopra, nel cielo, la povertà e i duri affanni! La legge si oppone, e li lega l esecrabile palude dalla triste onda, e lo Stige2 trascorre e li serra nove volte. 440 Non lontano di qui si estendono in tutte le direzioni i Campi del Pianto; li chiamano con questo nome. Quei sentieri appartati celano coloro che un doloroso amore consunse con struggimento crudele: intorno li copre una selva di mirto; il tormento non li abbandona neanche nella morte. [ ] «[ ] Dunque le anime sono travagliate da pene e pagano 740 i castighi delle antiche colpe: alcune si aprono sospese ai lievi venti; ad altre la macchia dei delitti si dilava nel vasto gorgo o si brucia nel fuoco; ciascuno soffre il suo demone; dopo veniamo mandati per l ampio Elisio,3 e in pochi abitiamo i lieti campi; 745 finché una lunga stagione, compiuto il ciclo del tempo, 1. Minosse: il mitico re di Creta, divenuto dopo la morte uno dei tre giudici infernali (insieme a Radamanto ed aco). 2. Stige: uno dei fiumi dell oltretomba greco e latino. 3. Elisio: l Elisio (o Campi Elisi) è il luogo dell Ade riservato a coloro che ben ope rarono in vita (agli empi sono destinate invece le sofferenze del Tartaro). 207

Tua vivit imago - volume 2
Tua vivit imago - volume 2
Età augustea