T2 Una festa di compleanno (Tibullo, Elegie II, 2)

PERCORSI TEMATICI DI TESTO IN TESTO Nel libro di Alfonso M. Di Nola Lo specchio e l olio. Le superstizioni degli italiani si parla di credenze ancora molto diffuse in alcune zone d Italia che si riferiscono a versi di uccelli o altri fenomeni dai quali vengono tratti presagi negativi. Nel Friuli, ad esempio, sono annunci negativi il canto della civetta presso la casa, la morte della pianta del rosmarino, taluni sogni, lo spegnersi anzitempo del ceppo natalizio, [ ] l incrociarsi del suono della campana a morto con il tocco dell orologio della torre comunale, gli ululati lugubri del cane, [ ] l essere nati di venerdì [ ]. Sono anche presagi di morte il pipistrello, la civetta che si lamenta, il corvo, il rospo quando gracida tre volte, il cane nero che gira per tre volte attorno alla casa. Si ha particolare riguardo allo specchio: se in esso vi si riflette un secondo volto dell uomo che vi si guarda, morirà. Lo specchio, nella notte di Capodanno, mostra le persone che moriranno entro l anno. (Alfonso M. Di Nola, Lo specchio e l olio. La superstizione degli italiani, Laterza, Roma-Bari 1993) FINO A TE Ancora oggi, in Italia, permangono molte credenze conservate dal mondo contadino, più incline a di fendere le antiche tradizioni dall assalto della modernità. Tante delle attuali superstizioni che preannun ciano la morte, se confrontate con il brano del De divinatione, appaiono quasi un eredità della cultura latina: fai una ricerca sulle credenze più comuni presenti nella zona in cui vivi e poi cerca di spiegare, in un breve intervento orale, quale sia il loro significato e se possano avere un origine antica. T2 Una festa di compleanno Tibullo Elegie II, 2 In occasione del compleanno dell amico Cornuto, Tibullo compone per quest ultimo un biglietto di auguri nella forma di una breve elegia: leggendo il componimento si ha modo, in un certo senso, di assistere da spettatori alla celebrazione di una festa di compleanno nell antica Roma, con i riti in onore del Genio Natale e gli auguri di una vita lunga e coronata dall amore coniugale e da una prole numerosa. 5 Diciamo parole di buon augurio: il dio Natalizio1 si avvicina agli altari, e gli astanti, uomini o donne che siano, osservino un pio silenzio.2 Si ardano sul focolare i sacri incensi, si ardano i profumi che il molle Arabo3 manda dalla sua terra doviziosa. Venga il Genio stesso ad assistere ai propri onori, e molli serti adornino le sue sacre chiome; le sue tempie siano stillanti di puro nardo, ed egli sia sazio di focacce e madido di vino puro;4 ti conceda, Cornuto, qualunque cosa chiederai. 1. il dio Natalizio: è il Genius Natalis, che presiede alla vita dell individuo sin dal giorno della sua nascita. 2. osservino un pio silenzio: durante la celebrazione di un rito era obbligatorio ri- 70 manere in silenzio. 3. il molle Arabo: gli Arabi erano considerati molli (cioè imbelli, anche effeminati) dai Romani come tutti i popoli orientali. 4. molli serti puro: serti (ghirlande), nardo (antica sostanza profumata di origine orientale, forse ottenuta dall olio della lavanda), focacce e vino erano le offerte tributate al dio.

Percorsi tematici Treccani
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Educazione civica per la letteratura latina