T1 La clemenza del vincitore (Cicerone, Pro Ligario, 37)

Propaganda e dissenso T1 La clemenza del vincitore Cicerone Pro Ligario, 37 Nella Pro Ligario Cicerone (106-43 a.C.) difende, davanti a Cesare che ha personalmente assunto il potere giudiziario, Ligario, un pompeiano accusato da vecchi compagni di partito. Più che concentrarsi sull accusato, Cicerone si focalizza su Cesare e sulla sua personalità, sottolineandone le virtù e la propensione alla clemenza. Se da un lato Cesare stesso aveva fatto della sua presunta clemenza un elemento propagandistico, Cicerone sembra cercare di imprigionarlo in questa aspettativa, di obbligarlo a uniformarsi al suo ritratto pubblico. In questo testo, dunque, emerge il tentativo di sfruttare la propaganda del potere per indirizzare il comportamento del potere stesso. 5 10 15 Come allora restituisti Marcello1 al Senato, così adesso dà Ligario al popolo, i cui desideri hai sempre avuto particolarmente a cuore, e, se quel giorno fu per te pieno di gloria e per il popolo pieno di letizia, non esitare, Cesare, te ne prego, a procurarti il più spesso possibile una gloria pari a quella di quel giorno glorioso. Delle virtù la più gradita al popolo è la bontà, e tra le tue numerose virtù la più degna di ammirazione e di gratitudine è la misericordia. Ché gli uomini non si avvicinano agli dei mai più di quando fan dono della vita ad altri uomini. E cosa c è di più grande nella tua felice condizione di vincitore del potere di graziare il maggior numero possibile di persone? E cosa c è di meglio nella tua natura della volontà di farlo? La causa richiederebbe forse un arringa più lunga, ma la generosità della tua natura si accontenterebbe certo di una più breve; di conseguenza, convinto che la voce della tua coscienza sia ben più utile della mia voce o di quella di qualche altro, concluderò ormai con quest unica raccomandazione: ricòrdati che concedendo la grazia a Ligario, che è nel suo lontano esilio, la concederai a costoro che sono di persona qui davanti a te. (trad. G. Bellardi) 1. Come Marcello: Cicerone si riferisce alla propria orazione Pro Marcello con la quale, in maniera simile alla Pro Ligario, aveva chiesto e ottenuto da Cesare il perdono per un pompeiano, in quel caso Marco Claudio Marcello, che si trovava in esilio. DI TESTO IN TESTO Il seguente brano proviene dal sito ufficiale della Presidenza della Repubblica e commenta l art. 87 della Costituzione Italiana, che prevede atti di clemenza da parte del capo dello Stato nei confronti di chi, a diverso titolo, si è macchiato di gravi reati ed è detenuto in carcere. L art. 87 della Costituzione prevede, al comma undicesimo, che il Presidente della Repubblica può, con proprio decreto, concedere grazia e commutare le pene. Si tratta di un istituto clemenziale di antichissima origine che estingue, in tutto o in parte, la pena inflitta con la sentenza irrevocabile o la trasforma in un altra specie di pena prevista dalla legge (ad esempio la reclusione temporanea al posto dell ergastolo 55

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