T2 Il potere e le festività (Ovidio, Fasti II, 127-144)

PERCORSI TEMATICI o la multa al posto della reclusione). [ ] La domanda di grazia è diretta al Presidente della Repubblica e va presentata al Ministro della Giustizia. sottoscritta dal condannato, da un suo prossimo congiunto, dal convivente, dal tutore o curatore, oppure da un avvocato. Se il condannato è detenuto o internato, la domanda può essere però direttamente presentata anche al magistrato di sorveglianza. (www.quirinale.it) FINO A TE Dalla lettura del commento all art. 87 della Costituzione è possibile comprendere come l «istituto clemenziale della grazia, che nella Pro Ligario è espressione della liberalità di Cesare, sia oggi una delle prerogative del Presidente della Repubblica. La distanza culturale e istituzionale tra la nostra epoca e quella in cui visse Cesare rende perciò la concessione della grazia molto diversa per le finalità, le motivazioni, le modalità e i soggetti interessati. Documentati su questo argomento, poi organizza una discussione in classe, evidenziando gli aspetti che accomunano e che distinguono la realtà politico-culturale dell antica Roma e la nostra realtà istituzionale. T2 Il potere e le festività Ovidio Fasti II, 127-144 Alle none di febbraio, quindi il giorno 5, si festeggia l anniversario del conferimento ad Augusto del titolo di pater patriae, appellativo di grande prestigio attribuitogli nel 2 a.C. Ovidio (43 a.C.-17 d.C.) celebra la ricorrenza disegnando un quadro molto chiaro dell ideologia augustea e delle caratteristiche che il principe desiderava attribuirsi. Il poeta sottolinea che il titolo onorifico in realtà costituisce la semplice ratifica di un ruolo che Augusto già si era guadagnato con i fatti: la sua azione ha reso grande Roma e il suo potere fra gli uomini è equiparato a quello di Giove tra gli dèi. Successivamente, la celebrazione di Augusto è costruita in opposizione alla figura di Romolo, il padre fondatore, che perde questo confronto in favore del nuovo ed effettivo padre di Roma. Un aspetto in particolare della sua celebrazione merita attenzione: mentre Romolo è arrivato a uccidere il proprio fratello, Augusto perdona i suoi nemici. Il principe vuole diffondere proprio questa immagine equilibrata e clemente del proprio potere, e la propaganda ha un ruolo basilare in tale presentazione di sé. 130 135 O santo padre della patria, la plebe e il Senato ti diedero codesto nome; te lo abbiamo dato anche noi dell ordine equestre. Ma prima ancora te lo diedero i fatti; e tardi anzi ottenesti i veri appellativi: già da tempo eri padre del mondo. Tu hai in terra il nome che Giove ha nell alto cielo: tu padre degli uomini, Giove degli dei; Romolo riconoscilo: questi rende forti le tue mura vegliando su di esse, tu le desti a Remo da saltare.1 Sentirono la tua forza Tazio,2 Cenina3 e la piccola Curi,4 1. tu le desti a Remo da saltare: si riferisce al conflitto tra Romolo e il fratello Remo nel momento della fondazione di Roma. 56 2. Tazio: re di Curi in Sabina, fu a capo delle truppe mandate contro i Romani per vendicare il ratto delle donne sabine. 3. Cenina: piccola città del Lazio alleata dei Sabini. 4. Curi: capitale della Sabina.

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Educazione civica per la letteratura latina