Promessi sposi

LA VITA E LE OPERE A Parigi. Il matrimonio Ritorno a Milano e conversione Nel luglio del 1805 Manzoni, ventenne, raggiunge a Parigi Giulia Beccaria, che vi si era stabilita con il nobile Carlo Imbonati. Quest ultimo, morto da poco, le ha lasciato una cospicua eredità. Rinsaldato il legame con la madre, il giovane si immerge nei salotti intellettuali della capitale francese, dove stringe una forte amicizia con lo storico e linguista Claude Fauriel (1772-1884). Nel frattempo in Italia muore il conte Pietro, che lo lascia erede universale e libero di disporre come meglio crede dei suoi averi. Durante un soggiorno a Milano Manzoni conosce la sedicenne ginevrina Enrichetta Blondel, che sposa nel 1808 con rito calvinista; alla fine dell anno, a Parigi, viene alla luce la loro primogenita, Giulietta. Miniature dei coniugi Manzoni il giorno delle nozze. Dì lì a poco Enrichetta matura un progressivo avvicinamento alla fede cattolica, che coinvolge anche il marito: nel febbraio del 1810 i due coniugi celebrano nuovamente il matrimonio secondo il rito vaticano. Manzoni medita sulle Sacre Scritture, influenzato dalle idee sulla naturale predisposizione dell uomo al peccato promosse dal giansenismo, una corrente teologica caratterizzata da una morale austera e rigorosa. La svolta si accompagna alla decisione di tornare a Milano, dove nel 1813 lo scrittore acquista la casa di via Morone. Qui risiederà sino alla morte, alternandola alla villa di Brusuglio, nella campagna alle porte della città, ereditata da Imbonati. Alla caduta di Napoleone Manzoni sostiene l autonomia del Regno d Italia, ma l indipendenza si rivela un illusione dopo l ingresso delle truppe austriache a Milano, alla fine dell aprile del 1814. Amareggiato, Manzoni accentua il carattere appartato della sua esistenza, evitando di frequentare caffè, teatri e salotti. Si dedica alla poesia di argomento religioso, avviando l impresa degli Inni sacri, stampati nel 1815. LA LEGGENDA DI SAN ROCCO Il 2 aprile del 1810 Manzoni, insieme alla moglie Enrichetta, assiste a Parigi ai festeggiamenti per le nozze di Napoleone con Maria Luisa d Austria, in mezzo a una folla festante. All improvviso lo scoppio di alcuni petardi causa uno spaventoso fuggi fuggi. In molti restano travolti dalla calca. Alessandro perde di vista la moglie; disperato, sospinto dalla marea umana si ritrova sui gradini della chiesa di San Rocco. Decide di entrare. Nel silenzio delle navate si raccoglie in preghiera, implorando l aiuto di Dio. All uscita ritrova miracolosamente l amata, sana e salva. Andarono davvero così le cose? Su quest episodio Manzoni fu sempre reticente. Oggi in genere si ritiene più realistico considerare l approdo alla fede non l improvvisa illuminazione di un attimo, ma l esito di un percorso interiore. D altra parte in questo aneddoto appaiono tratti inconfondibili del carattere dello scrittore, spesso preda di attacchi di panico in luoghi aperti e gremiti. la sindrome che i medici chiamano agorafobia, riconoscibile nelle straordinarie scene dei tumulti milanesi nei capitoli XII e XIII dei Promessi sposi (f T8, p. 95). Lapide tuttora visibile presso la chiesa di San Rocco a Parigi. La scritta recita: «In questa chiesa il celebre scrittore italiano Alessandro Manzoni ritrovò la fede in cui era stato battezzato . 7

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