Promessi sposi

Il romanzo dell INGIUSTIZIA DAL TEMA AI TESTI T1 T2 T4 T7 T8 T13 I bravi minacciano don Abbondio (capitolo I), p. 43 Il colloquio fra Renzo e don Abbondio (capitolo II), p. 51 Fra Cristoforo dinanzi a don Rodrigo (capitolo VI), p. 70 La monaca di Monza (capitoli IX-X), p. 89 L assalto alla casa del vicario (capitolo XIII), p. 98 Il sugo della storia (capitolo XXXVIII), p. 133 Scena militare dipinta da un anonimo, 1650 ca. Lorenzo Tramaglino e Azzeccagarbugli, illustrazione, XIX secolo. I promessi sposi è dunque calato in un età «sudicia e sfarzosa , la peggiore vissuta in tempi moderni dalla Lombardia, preda di un regime feudale arrogante, arretrato e corrotto, disinteressato a migliorare le condizioni della popolazione. Quando a ciò si aggiunge la carestia, la reazione inevitabile sono i tumulti, scatenati contro il vicario di provvisione (f T8, p. 98). Renzo, che può comprendere i saccheggi dettati dalla fame, inorridisce all ipotesi dell assassinio del vicario stesso. Affidare alla violenza il compito di risolvere le ingiustizie è un idea che lo tenta solo per un attimo, quando scopre i maneggi di don Rodrigo. Ma anche il giovane è costretto a cercare canali estranei alla legge per risolvere i propri guai: l avvocato Azzeccagarbugli, al quale si rivolge in un primo momento, lo pianta in asso infatti non appena comprende che nella vicenda è implicato un nobile. Solo grazie all aiuto decisivo dato da un fenomeno incontrollabile come la peste Renzo e Lucia riusciranno a convolare a giuste nozze. Ma quella subìta da Renzo e Lucia non è l unica oppressione narrata nel romanzo, dove si compone un vasto campionario del negativo connesso alla condizione umana. Si va dalla violenza fisica esercitata nelle guerre alla violenza psicologica, che può scatenarsi anche nella dimensione familiare, come avviene nel caso della monacazione forzata della «signora Gertrude (f T7, p. 89). Responsabile di un infinita serie di prepotenze è poi l Innominato, che tuttavia riesce a riscattarsi con l aiuto del cardinale Borromeo, l unica figura positiva di potente proposta da Manzoni. Si tratta di comprendere, per il malvagio pentito come per i due sposi (f T13, p. 133), che l unica giustizia perfetta e implacabile è quella ultraterrena. Solo Dio è in grado di porre duraturo rimedio al male che dilaga nel mondo. 33

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