Promessi sposi

T12 LA MADRE DI CECILIA avanzata, ma non trascorsa (r. 21); la sua bellezza velata e offuscata, ma non guasta (r. 22); l andatura affaticata, ma non cascante (r. 24); gli occhi non davan lacrime, ma portavan segno d averne sparse tante (rr. 24-25). Tutto concorre a fornire un impressione di dignità, dalla quale traspare un dolore lucido e profondo, che ha oltrepassato la fase delle lacrime e della disperazione. L autore non vuole suscitare un facile effetto patetico, ma ancora una volta invitare a riflettere sulla presenza del male nel mondo. La piccola Cecilia Lo sguardo di Renzo si sposta sulla bambina che la donna porta al collo, di forse nov anni, morta (r. 29). All accostamento fra la verde età e il tragico inciso segue un ulteriore avversativa, tesa a distinguere la piccola dalla massa informe e scomposta di cadaveri: ma tutta ben accomodata, co capelli divisi sulla fronte, con un vestito bianchissimo (rr. 29-30). Il bianco, colore della purezza, connota oltre al suo vestito la manina (r. 33), e in seguito il panno con il quale la madre la copre. Cecilia questo il suo nome sale in cielo immacolata e innocente, adornata per una festa promessa da tanto tempo, e data per premio (rr. 31-32). Il legame degli affetti non sarà spezzato dalla morte: la speranza di una vita ultraterrena dà significato al dolore intollerabile inflitto a un innocente e consente alla madre di accettare una sorte tanto crudele. La sua fermezza è sostenuta dalla fede in Dio, che echeggia non solo nell amorosa cura con cui prepara l ultimo viaggio della figlia, ma anche nelle composte parole di addio che le rivolge, una volta sistemata personalmente sul carro. Anche me, e non me sola L asciutta commozione della madre ha un fascino magnetico che si trasmette, prima che al lettore, al monatto cui consegna Cecilia, che dimostra un insolito rispetto (r. 39), un esitazione involontaria (r. 39) e si fa tutto premuroso, e quasi ossequioso (rr. 45-46), non in virtù della ricompensa, ma per il nuovo sentimento da cui era come soggiogato (r. 46). A lui la donna comanda di ripassare a prendere anche me, e non me sola (r. 52): verso sera, pensa, tutto sarà finito anche per lei e la figlia più piccola, che appare alla finestra già coi segni della morte in volto (r. 54). L episodio si conclude con un altra similitudine, di matrice classica, che trasforma la morte in una falce che pareggia tutte l erbe del prato (r. 59), recidendo allo stesso modo fiori rigogliosi e fiorellini ancora in boccia (r. 58). Infine Manzoni cede la parola a Renzo, lasciando a lui il compito di esprimere il sentimento di pietà suscitato dalla scena, tramite una preghiera al Signore, chiusa da un accorata epanalessi: hanno patito abbastanza! hanno patito abbastanza! (r. 61). Laboratorio sul testo COMPRENDERE 1. Quali sono i segni distintivi dei monatti? (sono possibili più risposte) a Una casacca rossa. e Dei campanelli. b Una casacca colorata. f Un fischietto. c Una casacca con una stella gialla. g Un distintivo rosso sulla casacca. d Fiocchi e pennacchi colorati. 2. Che cosa cattura l attenzione di Renzo? a I quattro carri dei monatti. c Una donna con una bambina in braccio. b I monatti che caricano dei cadaveri sul carro. d Una bambina morta su un carro. 3. La donna paga il monatto perché a era il compenso usuale per il suo servizio. c è stato gentile e servizievole. b il corpo della figlia non venga toccato. d se ne vada via dalla sua casa. 131

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