Promessi sposi

T11 DON RODRIGO APPESTATO Un uomo perduto Il tradimento del Griso Il risveglio reca a don Rodrigo la dolorosa percezione della luce diurna, fa sparire la chiesa, il popolo, il frate (r. 67), ma gli lascia il dolore fisico, che pian piano localizza in un punto preciso del corpo. La suspense è al culmine, magistralmente tenuta viva dal narratore il quale indugia sulle varie sensazioni corporee le palpitazioni, il ronzio nelle orecchie, l estrema fiacchezza che accompagnano la presa di consapevolezza da parte del personaggio. Don Rodrigo si decide infatti a guardare là dove sente dolore, e vede un sozzo bubbone d un livido paonazzo (rr. 72-73): è la peste, dunque; impossibile ingannarsi ancora. Don Rodrigo non è sconfitto dalla giustizia degli uomini ma da una calamità riconducibile alla volontà divina, che mette umili e potenti sullo stesso piano. La Provvidenza garantisce il trionfo del bene: Renzo, pure colpito dal morbo, ne guarirà. Sarebbe tuttavia riduttivo limitarsi a considerare la peste come fa don Abbondio una scopa che spazza via prepotenti e malvagi: ne morirà infatti anche fra Cristoforo, secondo il quale è insieme castigo e misericordia , in quanto aiuta l uomo a comprendere i propri limiti e gli offre un occasione di riscatto. Occasione che don Rodrigo non sa raccogliere. L idea di pentirsi e accettare la sorte neppure lo sfiora. Su questo versante misuriamo la distanza rispetto all Innominato, anch egli protagonista di una notte angosciosa, nella quale l eventualità della morte si fa concreta (f T10, p. 113). Scivolato nella disperazione, don Rodrigo invece chiama il Griso, si appella alla sua fedeltà, e gli chiede di condurre presso di lui uno di quei medici disonesti che evadevano l obbligo di denunciare gli appestati. Quando il servitore lo lascia, per eseguire l ordine, don Rodrigo resta solo. Inizia un brano condotto dal suo punto di vista: tutti i suoi sensi sono all erta, nell attesa dell arrivo del chirurgo. Il drammatico crescendo conosce un accelerazione, sottolineata dal passaggio al tempo presente, nel momento in cui il nobile sente uno squillo (r. 113). Ancora una volta, un orrendo sospetto si fa largo nella sua mente. Ora il focus passa dall udito alla vista: al posto del medico vede dinanzi a sé due logori e sudici vestiti rossi, due facce scomunicate, due monatti (rr. 118-119), mentre il volto del Griso fa capolino dietro una porta. A nulla valgono le urla e le richieste di aiuto dello sventurato (r. 138): anche al persecutore, trasformato in T7, p. 89). vittima, può ora toccare l aggettivo già riservato a Gertrude (f I monatti lo disarmano e deridono, con feroce sarcasmo. Don Rodrigo rivolge la sua rabbia verso l abbominevole Griso (rr. 134-135), che non si cura di rispondere e continua a trafugare gli averi del padrone; è fuor di sé (r. 145), commenta uno dei monatti, con una battuta intrisa di ironia amara, se si pensa che ha dinanzi un uomo che si lamenta giustamente d un tradimento, mentre tutti lo ritenevano perfettamente ragionevole, quando comandava di compiere delitti. Ormai don Rodrigo è ridotto a un miserabil peso (r. 151), che sfinito giace su una barella. Ma avrà comunque la sua vendetta, dal momento che il Griso avendo frugato nei panni del padrone viene anch egli contagiato dalla peste, che lo conduce a una morte rapida: pagando così con la vita la cieca avidità che lo ha spinto all ultima infamia della sua esistenza spesa per il male. Laboratorio sul testo COMPRENDERE 1. A che cosa don Rodrigo vorrebbe attribuire il proprio malessere? (sono possibili più risposte) a A una lieve influenza. c A una grande stanchezza. b All eccesso di vino. d Alla peste. 2. Don Rodrigo durante la notte sogna di trovarsi (sono possibili più risposte) a in una chiesa. c in mezzo a degli appestati. e con fra Cristoforo. b in un grande salone. d in mezzo ai suoi bravi. f con Renzo e Lucia. 125

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