Classe di letteratura - Giacomo Leopardi

35 40 45 50 55 60 65 donne; che alla prova,12 elle ci riescano13 così diverse da quelle che noi le immaginavamo? Genio Io non so vedere che colpa s abbiano in questo, d esser fatte di carne e sangue, piuttosto che di ambrosia e nettare.14 Qual cosa del mondo ha pure un ombra o una millesima parte della perfezione che voi pensate che abbia a essere15 nelle donne? E anche mi pare strano, che non facendovi maraviglia che gli uomini sieno uomini, cioè creature poco lodevoli e poco amabili; non sappiate poi comprendere come accada, che le donne in fatti non sieno angeli. Tasso Con tutto questo, io mi muoio dal desiderio di rivederla, e di riparlarle. Genio Via, questa notte in sogno io te la condurrò davanti; bella come la gioventù; e cortese in modo, che tu prenderai cuore di favellarle16 molto più franco e spedito che non ti venne fatto mai per l addietro:17 anzi all ultimo le stringerai la mano; ed ella guardandoti fiso,18 ti metterà nell animo una dolcezza tale, che tu ne sarai sopraffatto; e per tutto domani, qualunque volta ti sovverrà19 di questo sogno, ti sentirai balzare il cuore dalla tenerezza. Tasso Gran conforto: un sogno in cambio del vero. Genio Che cosa è il vero?20 Tasso Pilato non lo seppe meno di quello che lo so io. Genio Bene, io risponderò per te. Sappi che dal vero al sognato, non corre altra differenza, se non che questo può qualche volta essere molto più bello e più dolce, che quello non può mai. Tasso Dunque tanto vale un diletto sognato, quanto un diletto vero? Genio Io credo. Anzi ho notizia di uno che quando la donna che egli ama, se gli rappresenta dinanzi in alcun sogno gentile, esso per tutto il giorno seguente, fugge di ritrovarsi con quella e di rivederla; sapendo che ella non potrebbe reggere al paragone dell immagine che il sonno gliene ha lasciata impressa, e che il vero, cancellandogli dalla mente il falso, priverebbe lui del diletto straordinario che ne ritrae.21 Però22 non sono da condannare gli antichi, molto più solleciti, accorti e industriosi di voi, circa a ogni sorta di godimento possibile alla natura umana, se ebbero per costume di procurare in vari modi la dolcezza e la giocondità dei sogni; né Pitagora23 è da riprendere per avere interdetto24 il mangiare delle fave, creduto contrario alla tranquillità dei medesimi sogni, ed atto a intorbidarli; e sono da scusare i superstiziosi che avanti di coricarsi solevano orare25 e far libazioni26 a Mercurio conduttore27 dei sogni, acciò28 ne menasse29 loro di quei lieti; l immagine del quale tenevano a quest effetto intagliata in su piedi delle lettiere.30 Così, non trovando mai la felicità nel tempo 12 alla prova: quando vengono conosciu te realmente. 13 ci riescano: risultino a noi. 14 ambrosia e nettare: le sostanze di cui si cibano gli dèi. 15 abbia a essere: si debba trovare. 16 prenderai cuore di favellarle: avrai il coraggio di parlarle. 17 per l addietro: in passato. 18 fiso: fisso, intensamente. 19 qualunque volta ti sovverrà: ogni qual volta ti ricorderai. 20 Che cosa è il vero?: è la domanda po sta da Pilato a Gesù: Quid est veritas? (Gio vanni 18,38). 21 ritrae: trae, ottiene. 22 Però: perciò. 23 Pitagora: il celebre filosofo e matema tico greco (570490 a.C.). 24 interdetto: vietato. 25 orare: pregare. 26 libazioni: libagioni, bevute rituali. 27 conduttore: guida, portatore. 28 acciò: affinché. 29 menasse: portasse. 30 lettiere: testiere dei letti. Le parole valgono industrioso Viene quasi naturale associare questo aggettivo alle api e alle formiche, note da sempre per la natura laboriosa e attiva. Ma industrioso può essere anche un popolo che dà dimostrazione di operosità oppure un espediente che si rivela ingegnoso. La stessa etimologia di industrioso (dal latino industria, attività ) si ritrova nel verbo industriarsi: forma con esso una frase di senso compiuto. L AUTORE / 133

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