Classe di letteratura - volume 3B

Cesare Pavese. L elemento misogino Una lirica sospesa fra tragedia ed elegia mo alla comunione, rimandando al topos letterario della donna insensibile e ostile di Dante petroso , di molti componimenti di Petrarca e di numerosi altri autori della tradizione. Emblema inafferrabile, essa trasporta il poeta in una dimensione di buio (v. 2) e di silenzio (v. 3) che sembra essere appunto l opposto della vita. Anche quando questa figura femminile, prima addormentata e inarrivabile, sembra destarsi, essa, pur sollecitando nell uomo una reazione passionale, continua di fatto a rivelarsi fonte di dolore. A poco serve l attività onirica e immaginativa della controparte maschile, che la riveste di sogni (v. 12), gesti (movimenti, v. 13) ed emozioni (singulti, v. 13), di cui lei non ha alcuna consapevolezza (che tu ignori, v. 14), rimanendo insensibile e impassibile. Qui, come in altre poesie della raccolta, Pavese tende a dissolvere la concreta presenza femminile negli elementi della natura (la terra, la pietra, altrove la collina, il sentiero, la vigna ecc.). Forse in tal modo Pavese esprime la propria intima incapacità di instaurare rapporti positivi con le donne. Se questa è la spiegazione, tale atteggiamento del poeta può essere ricondotto alle difficoltà che egli ebbe, durante tutta la vita, nella relazione con l altro sesso e che lo portarono a una visione pessimistica del sentimento amoroso. Già in un appunto del 1937 (riportato nel suo diario, Il mestiere di vivere) troviamo alcune considerazioni che indicano come Pavese non credesse nella possibilità di un amore incondizionato: «Essere innamorato è un fatto personale che non riguarda l oggetto amato nemmeno se questo riami. Ci si scambia, anche in questo caso, dei gesti e delle parole simboliche in cui ciascuno legge quanto ha dentro sé e per analogia suppone viga nell altro. Ma non c è ragione, non c è bisogno, che i due concetti combacino. [ ] Nulla può fare l uno all altro se non offrire di questi simboli, illudendosi che la corrispondenza sia reale. [ ] Bisogna essere così scaltri da prestar loro un significato senza scambiarli con la sostanza vera. Che è la solitudine di ciascuno, fredda e immobile . Le scelte stilistiche Rispetto all andamento disteso dei versi di Lavorare stanca, nelle poesie dell ultima stagione pavesiana cogliamo una maggiore concentrazione di immagini e un tono improntato a un espressione allusiva dei sentimenti. Non troviamo più, dunque, le strutture epiconarrative della prima raccolta, bensì moduli di tipo più scopertamente lirico, come indica anche l utilizzo di versi brevi, di misura classica (qui i settenari). In particolare, la tonalità di fondo di questo componimento appare insieme tragica (il lamento sull insensibilità femminile, che sembra rimandare a certi versi leopardiani del ciclo di Aspasia ) ed elegiaca (il rimpianto per ciò che appare ormai perduto per sempre). VERSO LE COMPETENZE COMPRENDERE 1 Descrivi, con cinque aggettivi, la figura femminile presentata nella lirica. 2 In quali immagini possiamo rintracciare i segni dell indifferenza della donna? ANALIZZARE 3 Individua e spiega le similitudini con il mondo naturale. 4 Individua i verbi riferiti alla donna: sono positivi o negativi? Quali significati complessivi veicolano? 5 Il componimento ha una struttura ad anello (Ringkomposition): che significato ha questa scelta, secondo te? 6 Descrivi il lessico del componimento, fornendo esempi tratti dal testo. INTERPRETARE 7 A quale dolore si riferisce il poeta al v. 14? 8 Quale significato puoi attribuire all immagine dei cerchi nell acqua? L AUTORE / CESARE PAVESE / 519

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