Pagine di realtà - Origine e sviluppi dei miti d’oggi

Educazione CIVICA – Pagine di realtà

Origine e sviluppi dei miti d’oggi

Abbiamo visto come Pavese abbia elaborato nella propria opera una personalissima visione del mito, anzi una sua peculiare mitologia. Ma che cos’è oggi il mito? Quali sono i miti a cui si rivolgono le persone? Dove e come si formano? In che modo influenzano i nostri comportamenti? Il seguente testo di Enrico Manera (n. 1973) – docente nei licei e ricercatore presso l’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea di Torino (Istoreto) – affronta queste e altre interessanti questioni.

“Dall’immaginario dei romanzi a fumetti alla letteratura di genere, dai colossal cinematografici fino alle fiction televisive e alle più recenti serie tv digitali, e oggi con la dimensione virale dei social media – la pagina Facebook, o l’account di Twitter, Instagram ecc. – il nostro mondo, i nostri pensieri e la nostra cultura sono permeati da questa nuova dimensione mitologica, in una semiosfera1 senza la quale sarebbero impensabili.
Il linguaggio dell’intrattenimento e dell’immaginario “rosa”, quello televisivo delle soap opera e dei talk show, l’emulazione dei “vip” e l’invidia sociale, la circuitazione virale di contenuti selezionati su un certo stile di pensiero e/o gusto che fa di chi vi è all’interno una persona cool e in qualche modo distinta dalle altre e individuata... Tutto questo diviene un codice iniziatico-rituale adatto alla dimensione pubblica della società di massa nelle sue successive mutazioni. Uno stesso principio di ordine cognitivo ed emotivo lega lo stato etico e organicista alle retoriche dell’intimità veicolate nella sfera del rotocalco, della pubblicità e oggi del reality show o della viralità ipermediale: viene creato uno spazio ideale che illumina le esistenze individuali sollevandole dalla loro percepita banalità e le colloca in un’aura di eccezionalità.
La naturalizzazione del reale diventa iper-realismo nella società dell’immagine, alla cui adesione la realtà stessa viene piegata: ciò che è, collassa sotto l’imperativo del dover essere nella forma della sua rappresentazione. Modelli culturali e stili determinati divengono simboli di un sistema di valori e credenze dalla cui adesione dipendono l’inserimento sociale e la realizzazione personale; producono forme di soggettivazione e pratiche con cui gli individui costruiscono le proprie identità: le esistenze individuali diventano ruoli all’interno di copioni scritti e organizzati dalle reti di un potere dai contorni inafferrabili.
Con ciò non si vuole contrapporre una presunta autenticità del passato contro la modernità tecnologica, secondo uno schema molto diffuso di critica della tecnica à la Heidegger2 o altro: si intende dire che, a uno sguardo più profondo, la mitologia contemporanea continua a svolgere un’essenziale funzione di attribuzione di senso al vivere nel mondo. Il quale senza miti si presenterebbe opaco e privo di calore, familiarità e affordances,3 inviti cognitivi ed esistenziali. [...]
L’industria culturale, sempre più sofisticata anche grazie ai big data4 e agli algoritmi5 dei nostri servizi digitali, si riconferma come uno dei principali fattori di fabbricazione dei miti nei quali ai membri di una società è dato di rispecchiarsi.
Se le mitologie fasciste, nazionaliste e totalitarie sono state il correlato alla spersonalizzazione e alla nazionalizzazione della massa, il linguaggio dell’intrattenimento e dell’immaginario hollywoodiano, quello televisivo delle soap opera e dei talk show, dei telegiornali della sera e dell’intimità esposta nei social network sono un codice adatto alla dimensione pubblica della società dello spettacolo e dell’immagine nelle sue mutazioni contemporanee.
Come ha [...] scritto con efficacia Maurizio Ferraris,6 guardando ai cento anni che ci separano dalla Grande guerra, la Mobilitazione totale di oggi a cui ci chiama il nostro essere iperconnessi è lo scenario in cui dominano le ARMI: Apparecchi per la Registrazione e Mobilitazione dell’Intenzionalità collettiva, termine con cui sintetizza la realtà dei dispositivi digitali nella attuale realtà sociale.
Esserne immuni è una pericolosa illusione, in quanto si riduce a una critica del sistema che si ferma a scrivere sui social network invettive di indignazione o di mistificazione anti-bufale (o in modo raffinato debunking) che però, essendo svolte nella Rete e a uso e consumo della Rete, non fanno che riconfermarla. Starne fuori completamente può significare essere condannati all’irrilevanza o al completo silenzio: non è da escludere che possa essere una buona idea, quanto meno in termini biografici per la ricerca di una forma di atarassia neo-stoica,7 ma è difficile valutarne l’effetto politico e pedagogico.
Per starci dentro in modo critico e con equilibrio, si rende necessario e urgente saper leggere e decifrare quello che succede, dotandosi di strumenti idonei al caso e usare con discrezione, intelligenza e cautela lo spazio che possiamo avere. Il compito minimo per ognuno – critico, insegnante, studente – che voglia dire qualcosa sull’oggi.”

(Enrico Manera, «Tutto è pieno di miti»: a cosa servono? «Tutto è pieno di storie»: chi le racconta? Anzi, cosa le racconta?, wumingfoundation.com, 23 gennaio 2018)

LEGGI E COMPRENDI

1 Quali sono le fonti della moderna mitologia di massa?

2 Secondo l’autore, è possibile porsi del tutto al di fuori dei sistemi di comunicazione contemporanei da parte di chi voglia contestarli? perché?

RIFLETTI, SCRIVI, SOSTIENI

3 In una parte del saggio che non abbiamo riportato, Manera scrive: «I media sono potenti fattori di socializzazione: producono informazione e modelli di pensiero, veicolano rappresentazioni collettive, omologano stili di pensiero e di vita, naturalizzano la realtà e, come si è visto, possono renderla funzionale al potere. La produzione di miticità naturalizza la realtà, prende un fenomeno storico e contingente e lo fa apparire ovvio, necessario e senza alternative». A partire dall’osservazione della realtà sociale che ti circonda, rifletti su quali “miti” – nel senso di idee, aspirazioni, valori (o disvalori) condivisi – oggi appaiono forti e radicati proprio perché propugnati dai media (stampa, radio, cinema, tv ecc.) e dai new media (il mondo del web e dei social network), mentre magari, solo cambiando la prospettiva da cui li guardiamo, potrebbero essere facilmente contestati o rovesciati. Puoi fare riferimento agli ambiti della cultura giovanile, della moda e del costume e, più in generale, dei consumi materiali. Scrivi su questo tema un testo argomentativo di circa 50 righe.

Classe di letteratura - volume 3B
Classe di letteratura - volume 3B
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