Greggia, tu che il sobborgo impolverato
traversi a sera; ed un lezzo a me grato
dietro ti lasci; e hai tanta via da fare
tra la furia dei carri e lo squillare
5 dei tram, dove la vita ha più gran fretta,
come lenta procedi e in te ristretta!
Greggia che amai dall’infanzia sperduta,
per te la doglia si fa in cor più acuta;
e mi viene, non so, d’inginocchiarmi;
10 non so, nel tuo lanoso insieme parmi
scorger, io solo, qualcosa di santo,
e di antico, e di molto venerando.
Ti mena un vecchio, sui piedi malcerto;
un Dio per te, popolo nel deserto.