CONSONANZE CONTEMPORANEE - Dario Bellezza - "Se viene la guerra non partir soldato"

CONSONANZE CONTEMPORANEE

Dario Bellezza

«SE VIENE LA GUERRA NON PARTIRÒ SOLDATO»

Nel corso della Storia milioni di soldati hanno sacrificato la propria vita all’ideale della patria: morire per un bene superiore, rinunciando a sé stessi per la collettività, era considerato un atto nobile e bello. Su questo tipo di ideale hanno fatto leva, dal XVII al XX secolo, i vari nazionalismi, che ponevano la patria al di sopra dell’individuo, fino a esaltare la morte in guerra come la più sublime delle esperienze possibili, esistenzialmente e politicamente. Quando, soprattutto durante la Prima guerra mondiale, la guerra cominciò a mostrare il suo volto tremendo, fatto di violenza, orrore e noia (come testimoniano le poesie di Ungaretti), le retoriche del gesto eroico e glorioso iniziarono a essere contestate da alcuni intellettuali. Ma sarà solo in seguito, nei decenni successivi alla Seconda guerra mondiale, e in particolare attorno al Sessantotto, che si svilupperà un movimento di massa a favore della pace e contro ogni genere di guerra.

Nei versi che riportiamo, il poeta romano Dario Bellezza (1944-1996) incarna il punto di vista di chi rifiuta la guerra e, piuttosto che prendervi parte, preferisce morire da disertore. Come lui, tanti giovani hanno scelto la strada dell’obiezione di coscienza non solo nei confronti della guerra, ma anche del servizio militare di leva (che fino al 2004 nel nostro paese era ancora obbligatorio, al compimento della maggiore età, per i cittadini di sesso maschile).

Se viene la guerra
non partirò soldato.

Ma di nuovo gli usati treni
porteranno i giovani soldati
lontano a morire dalle madri.

Se viene la guerra
non partirò soldato.

Sarò traditore
della vana patria.

Mi farò fucilare
come disertore.

Mia nonna da ragazzino
mi raccontava:
«Tu non eri ancora nato. Tua madre
ti aspettava. Io già pensavo
dentro il rifugio osceno
ma caldo di tanti corpi, gli uni
agli altri stretti, come tanti
apparenti fratelli, alle favole
che avrebbero portato il sonno
a te, che, Dio non voglia!,
non veda più guerre».

(Dario Bellezza, Tutte le poesie, Mondadori, Milano 2015)

Educazione CIVICA – PER DISCUTERNE

Perché, secondo te, il poeta definisce la patria vana? Quale idea intende in questo modo demistificare? Su quali esperienze si basa l’immagine che egli ha della guerra?
Dopo aver risposto a queste domande, documentati sulla storia dell’obiezione di coscienza al servizio militare in Italia e sull’introduzione del servizio civile sostitutivo di quello militare, fino al varo del servizio civile universale. Alcuni vorrebbero rendere quest’ultima esperienza obbligatoria per tutte le ragazze e i ragazzi (una volta completati gli studi), sostenendo che essa possiede un importante valore formativo. Che cosa ne pensi? Saresti favorevole o contrario a questa ipotesi? Discutine in classe, sostenendo la tua posizione con opportuni argomenti.

Classe di letteratura - volume 3B
Classe di letteratura - volume 3B
Dalla Prima guerra mondiale a oggi