Classe di letteratura - volume 3A

IN BREVE Nell Ottocento l eroe incarnava valori positivi. Nel romanzo novecentesco il protagonista è un antieroe dalla psicologia problematica. L antieroe novecentesco Nel romanzo classico è spesso presente un eroe positivo, la cui figura incarna i valori morali ed eventualmente religiosi dell autore e dell ambiente socioculturale in cui quest ultimo è inserito e al quale si rivolge. Il protagonista si trova a dover superare una serie di ostacoli che si frappongono al raggiungimento dei suoi obiettivi, finché alla fine delle vicende riesce ad avere la meglio sulle forze avverse che in precedenza lo hanno ostacolato. Nel romanzo ottocentesco tale eroe può risultare sconfitto (si pensi ai vinti verghiani), ma la tesi dell autore risulta ciononostante confermata (il tentativo di scalata sociale produce effetti tragici) e i valori che il protagonista incarna vengono affermati, paradossalmente, magari proprio tramite il suo sacrificio (si pensi a Jacopo Ortis). Nel Novecento l eroe romanzesco perde invece ogni positività e non è più portatore di valori specifici, bensì di un profondo disagio, che lo isola dal contesto sociale, inducendolo a chiudersi in sé stesso. un disagio che assume i connotati della malattia della volontà : si pensi alla figura dell inetto sveviano o ai personaggi scissi (l io diviso) di Pirandello, veri e propri antieroi . L intelligenza acuta e la coscienza ipertrofica di cui sono dotati i protagonisti dei romanzi contemporanei finiscono per acuire il loro distacco dalla società e dai valori condivisi, determinando spesso una condizione di vera e propria alienazione. La letteratura è influenzata dalla psicanalisi elaborata da Freud, che afferma il potere degli impulsi inconsci. La confusione dei valori Il romanzo tradizionale delinea in genere una precisa gerarchia di valori, distinguendo il bene dal male, la bontà dalla cattiveria, l onestà dalla disonestà ecc. Nel romanzo contemporaneo viene meno la netta distinzione tra bene e male e i valori morali appaiono decisamente più sfumati. Il personaggio non è più solo buono o solo cattivo , ma può essere al tempo stesso sia buono sia cattivo. Questo nuovo profilo psicologico è spesso legato alla scoperta dei meccanismi inconsci che guidano le azioni umane. Ciò vale soprattutto per quegli autori (Svevo, Joyce, Proust) che, più o meno direttamente, si avvalgono o risentono degli studi di Sigmund Freud (1856-1939), il quale spiega che le motivazioni profonde dei nostri atti (positivi e negativi) sfuggono alla nostra stessa coscienza. Viene meno qualsiasi ordine gerarchico tra personaggi principali e secondari. Il protagonista del romanzo contemporaneo è un isolato. Personaggi tra loro slegati Nella narrativa realista i personaggi sono legati tra loro da un ordine gerarchico che vede un protagonista positivo (per esempio, nei Promessi sposi, Lucia), a cui si contrappone un antagonista negativo (don Rodrigo), mentre tutti gli altri personaggi agiscono a supporto del primo (Fra Cristoforo, l Innominato dopo la conversione ecc.) o del secondo (don Abbondio, la Monaca di Monza ecc.). Nella narrativa contemporanea mancano sia un simile sistema relazionale tra i personaggi sia una figura centrale che faccia da punto di riferimento a quelle secondarie. Troviamo piuttosto un protagonista isolato, che entra in contatto con gli altri personaggi senza che ci sia, da parte loro, una condivisione o un opposizione ai suoi valori; anche perché come abbiamo visto sono i valori stessi a essere entrati in crisi ed egli dunque non li incarna più. L impossibilità di razionalizzare il reale si riflette sulle trame dei romanzi, dominate da casualità e incoerenza. Un universo incoerente Dal punto di vista logico e ideologico il romanzo classico si presenta come un universo chiuso e coerente. Tra le parti e il tutto esistono chiare e intelligibili relazioni logiche, giacché il romanzo aspira a essere un corrispettivo artistico di un mondo reale che si presume sia razionalmente conoscibile in tutti i suoi aspetti. stato infatti rilevato che il romanzo ottocentesco rispecchia in genere l assunto del filosofo tedesco Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770-1831) secondo il quale «tutto ciò che è re- 582 / IL PRIMO NOVECENTO

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Dal secondo Ottocento al primo Novecento