2 - Simbolismo e mistero

RICERCA DI UN RIFUGIO DAI TEMI ai testi: T6 > p. 418 T13 > p. 444 IN BREVE Il valore simbolico che il poeta attribuisce a tutte le cose si rivela attraverso inedite concordanze e allusioni a signi cati nascosti. opposizione tra dentro fuori infanzia, affetti familiari, madre società, modernità, civiltà industriale protezione del nido minaccia e pericoli esterni | 2 | Simbolismo e mistero La soggettività della natura Le rapide notazioni e i quadri di vita campestre che Pascoli rappresenta costituiscono il frutto dell osservazione di una realtà filtrata sempre attraverso le suggestioni del suo universo interiore. In questo modo i suoni, i paesaggi, le cose si caricano nella sua poesia di un sovrasenso simbolico, che può essere colto solo abbandonando la logica ordinata e razionale con cui ci si relaziona alla realtà. I particolari e gli oggetti, anche materiali, rimandano sempre a qualcos altro di più profondo e ignoto: il poeta può penetrare nell anima del mondo tramite la propria soggettività e le proprie sensazioni. La ricerca del mistero Per Pascoli si tratta di ricercare il senso perduto della realtà e del mondo e cogliere, grazie all intuizione folgorante e non a un analisi meditata, il frammento che riveli la totalità, l immagine che riassuma una verità universale. Il simbolo naturalmente non è esplicitato in termini razionali: il significato della poesia si afferra mediante le associazioni suggerite dai suoni, la rispondenza evocativa delle immagini, l esistenza di una dimensione nascosta. L alfabeto segreto della poesia Del resto il poeta non è tenuto a illustrare o commentare il contenuto dei suoi testi, per quanto arcano esso sia: egli annota Pascoli in uno scritto del 1895 «non s impanca a dir tutto, a dichiarar tutto, a spiegar tutto, come un cicerone che parlasse in versi; ma lascia che il lettore pensi e trovi da sé . Sta al lettore afferrare i sensi riposti, comprendere le allusioni cifrate e cogliere l impalpabile verità del mondo, che non proviene dalla concretezza degli elementi descritti, ma dalle possibilità dell animo di riconoscere aspetti che «sfuggono ai nostri sensi e alla nostra ragione . Per questo nella poesia di Pascoli troviamo un affollato repertorio di ombre e di morti, di misteriosi e arcaici strumenti musicali (basti pensare ai «sistri , che compaiono nell Assiuolo, T7, p. 424 in Myricae), di sottintesi analogici («La Chioccetta per l aia azzurra / va col suo pigolìo di stelle che leggiamo nel Gelsomino notturno, T14, p. 448), fino alle prolungate sequenze di ardite sinestesie («Venivano soffi di lampi , per esempio, nell Assiuolo, T7, p. 424). Pascoli ama le cose più semplici del reale e le nomina con precisione e pertinenza tanto che esse sembrano rivelarsi per la prima volta. Un falso realismo: la prevalenza del sentire A prima vista, le cose sulle quali si posa lo sguardo del poeta sono minute, quotidiane, semplici, come gli elementi naturali nei quadri degli impressionisti; ma questa attenzione per il dettaglio, ereditata da una formazione positivista, non ha la scopo di illustrare oggettivamente la realtà, per quanto essa sia nominata L AUTORE / GIOVANNI PASCOLI / 395

Classe di letteratura - volume 3A
Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento