Classe di letteratura - volume 3A

75 80 85 90 95 100 105 110 115 Ma queste stravaganze di cui un tempo si gloriava, erano cadute da sole; oggi disprezzava queste ostentazioni puerili e sorpassate, le vesti eccentriche, gli arredamenti bizzarri. Pensava solo a crearsi, per il suo piacere personale e non per stupire gli altri, un interno comodo e piacevole, arredato tuttavia in modo raro; a foggiarsi una dimora curiosa e calma, adatta alle esigenze della sua futura solitudine. Quando la casa di Fontenay fu pronta e sistemata da un architetto in conformità dei suoi desideri e dei suoi progetti; quando non restò che da stabilire il mobilio e le tappezzerie, Des Esseintes passò nuovamente e a lungo in rivista la serie dei colori e delle sfumature. Voleva colori il cui carattere si affermasse alla luce artificiale delle lampade; poco gli importava che fossero insipidi o violenti alla luce del giorno perché la sua vita si svolgeva solo di notte, quando si sentiva più in casa propria, più solo, poiché il suo spirito si eccitava e sfavillava solo al contatto con l ombra. Provava anche una gioia particolare nello stare in una stanza molto illuminata, unica sveglia e in piedi, in mezzo a case avvolte nell ombra e addormentate: una gioia in cui entrava forse una punta di vanità, una singolare soddisfazione nota a chi lavora fino a tardi, quando, scostando le tende della finestra, si accorge che intorno a lui tutto è spento, tutto tace, tutto è morto. Lentamente scelse, a uno a uno, i vari toni. Il turchino, alla luce delle lampade, tende a un falso verde; se è scuro, come il cobalto e l indaco, diventa nero; se è chiaro, volge al grigio; se è sincero e dolce come il turchese, si oscura e si raffredda. Se non si univa dunque, come aiutante, a un altro colore, non si poteva pensare a farne la nota dominante di una stanza. D altra parte il grigio ferro diviene ancor più fosco e pesante; il grigio perla perde il suo azzurro e si muta in un bianco sporco; i bruni intorpidiscono e si raffreddano; quanto ai verdi intensi, come il verde imperatore e il verde mirto, si comportano come il turchino cupo e tendono al nero. Restavano così i verdi pallidi come il verde pavone, i cinabri19 e le lacche:20 ma allora la luce fa scomparire il loro azzurro e mantiene solo il giallo che, a sua volta, acquista un tono falso, un sapore fosco. Egualmente non si poteva pensare al salmone, al granturco, al rosa la cui femminilità sarebbe stata contraria alle idee di isolamento; e non c era da meditare sui viola, che si spogliano. Il rosso, di sera, affiora unico, e che rosso! Un rosso viscoso, un ignobile feccia di vino. Gli sembrava d altra parte inutile ricorrere a questo colore perché, prendendo della santonina21 in certe dosi, si vede viola ed è allora facile mutare, senza toccar nulla, il tono dei colori. Scartate tutte queste tinte, ne rimanevano tre sole: il rosso, l arancione e il giallo. A tutte preferiva l arancione, confermando così, col proprio esempio, la verità di una teoria che affermava con esattezza quasi matematica: e cioè che esiste un armonia tra la natura sensuale di un individuo veramente artista e il colore che i suoi occhi vedono più particolare e più vivo. Trascurando, infatti, la gente comune, le cui rozze retine non percepiscono né il ritmo proprio a ogni colore né il misterioso fascino delle loro gradazioni e delle loro sfumature; e trascurando anche quegli occhi borghesi insensibili alla pom- 19 cinabri: rossi. 20 lacche: sostanze colorate di varia origine. 21 santonina: principio attivo dell acido santonico usato in medicina come ver- mifugo, ma con effetti tossici sul sistema nervoso e sui reni. LA CORRENTE / IL DECADENTISMO / 361

Classe di letteratura - volume 3A
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Dal secondo Ottocento al primo Novecento