INTRECCI CINEMA - C’era una volta un burattino

intre cci CINEMA C era una volta un burattino Pinocchio raccontato dai registi Disney, 1940: dal mondo toscano a quello globale Rivoluzionario per le tecniche impiegate, il film d animazione di Walt Disney (1901-1966, nell immagine in alto) stravolge l impianto originale: la comicità prevale sui contenuti morali, e il realismo domina sul fiabesco. Sia nell aspetto (le sembianze da burattino sono addolcite; Pinocchio è vestito alla tirolese) sia nel carattere (ingenuo più che discolo) il monello è un comune ragazzino; il Grillo-parlante è un fedele aiutante e perde il ruolo di coscienza . Comencini, 1972: la malinconica poesia degli umili Luigi Comencini (1916-2007) traspone Pinocchio in forma di sceneggiato televisivo (trasmesso dalla Rai) interpretandolo come una favola per adulti: i temi che emergono sono il modo di conciliare indipendenza e norme sociali, nonché l acquisizione della coscienza della libertà. Regista sensibile all universo dell infanzia, Comencini mette in scena con garbo la dialettica tra bambini e adulti; la sua direzione vivace anima paesaggio, atmosfere (con il contributo delle musiche dal tono popolare di Fiorenzo Carpi) e protagonisti. Pinocchio si giova della spontaneità del debuttante Andrea Balestri, un memorabile Nino Manfredi incarna la generosità del padre affettuoso Geppetto. Gli altri personaggi sono filtrati attraverso la commedia dell arte (il Gatto e la Volpe del duo Franchi-Ingrassia, il Mangiafuoco di Lionel Stander) e arricchiscono un ritratto sociale popolato da umili e derelitti, con l eccezione della Fata Turchina (Gina Lollobrigida, anticonvenzionale nel rendere le sfumature meno rassicuranti del suo personaggio), simbolo del destino che condiziona le vite degli individui. Dalla magia di Benigni (2002) alla malinconia di Garrone (2019) Far ridere e commuovere con una vicenda di espiazione e redenzione pare l intento di Roberto Benigni (n. 1952) nel suo film dal cuore buono , che elogia la famiglia e la povertà come «madre di tutte le ricchezze . Il regista esalta il clima fiabesco, accentuando il tono magico (anche grazie agli effetti speciali: è il film italiano più costoso di sempre). Sembra invece destinato a un pubblico di adulti la versione di Matteo Garrone (n. 1968). Il suo Pinocchio, interpretato tra gli altri dallo stesso Benigni, stavolta nei panni di Geppetto, e da Gigi Proietti, in quelli di Mangiafuoco, accentua infatti gli elementi dark presenti nel testo di Collodi, evidenziando i toni cupi e malinconici, non senza incursioni nel territorio del grottesco, che è poi la cifra distintiva del regista. e Nino Manfredi (Geppetto) e Andrea Balestri (Pinocchio) nello sceneggiato di Comencini del 1972. f Una scena del Pinocchio di Matteo Garrone (2019). IL GENERE / LA LETTERATURA PER RAGAZZI / 305

Classe di letteratura - volume 3A
Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento