D2 - Karl Marx e Friedrich Engels, Oppressori e oppressi

DOCUMENTO 2 Oppressori e oppressi Karl Marx e Friedrich Engels, Manifesto del Partito comunista Karl Marx nasce a Treviri nel 1818 da una famiglia borghese di origine ebraica. Dopo aver terminato gli studi di diritto e filosofia, cominciati a Bonn e proseguiti a Berlino, si dedica al giornalismo politico, dirigendo la Gazzetta renana . Si sposa nel 1843 e l anno successivo emigra a Parigi, entrando in contatto con i circoli operai di orientamento socialista e stringendo amicizia con Friedrich Engels. Questi, nato a Barmen nel 1820 e primogenito di un ricco industriale tessile, dopo aver svolto il tirocinio commerciale voluto dal padre prima a Brema poi a Manchester, ha già dato alle stampe uno studio sulla condizione della classe operaia in Inghilterra. Marx ed Engels cominciano a scrivere insieme una serie di interventi e opere di critica filosofica: del 1848 è il frutto più importante della loro collaborazione, il Manifesto del Partito comunista. Gli avvenimenti rivoluzionari di quell anno spingono Marx a tornare in Germania, da cui viene però subito dopo espulso; quindi è nuovamente a Parigi e poi a Londra, dove si stabilisce con la numerosa famiglia (la moglie e i sei figli). Qui, pur gravato dalle difficoltà economiche, conosce il periodo più fecondo della sua attività e pubblica il primo libro del Capitale, che illustra la teoria economica marxista. Marx muore a Londra nel 1883; gli ultimi due libri del Capitale saranno editi da Friedrich Engels, che a sua volta si spegne a Londra qualche anno dopo, nel 1895. Gli autori Riportiamo un brano tratto dalla prima sezione del Manifesto, in cui si espone un interpretazione della Storia umana come un succedersi di lotte tra le diverse classi sociali e si descrive l epoca moderna come l ultima fase di questo ciclo secolare, caratterizzata dalla contrapposizione fra borghesi e proletari. Il conflitto tra sfruttati e sfruttatori ha caratterizzato tutta la Storia dell umanità. Alla borghesia va attribuito il merito storico di aver rovesciato il feudalesimo, ma ciò non ha cancellato le iniquità sociali, che si ripropongono in forme nuove. Il lavoratore salariato finisce per essere «alienato dal prodotto del proprio lavoro mercificato, ridotto a cosa. Unificando i mercati e concentrando i lavoratori nelle città e nelle fabbriche, la borghesia ha di fatto creato il proprio nemico di classe, il proletariato urbano. La storia di ogni società finora esistita è storia di lotte di classi. Liberi e schiavi, patrizi e plebei, baroni e servi della gleba, membri delle corporazioni e garzoni, in una parola oppressori e oppressi sono stati sempre in contrasto tra di loro, hanno sostenuto una lotta ininterrotta, a volte nascosta, a volte palese: una lotta che finì sempre o con una trasformazione rivoluzionaria di tutta la società o con la rovina comune delle classi in lotta. Nelle prime epoche della nostra storia troviamo quasi dappertutto una completa divisione della società in varie caste, una multiforme gradazione delle posizioni sociali. Nell antica Roma abbiamo patrizi, cavalieri, plebei, schiavi; nel medio evo signori feudali, vassalli, maestri d arte, garzoni, servi della gleba, e per di più in ciascuna di queste classi altre speciali gradazioni. La moderna società borghese, sorta dalle rovine della società feudale, non ha eliminato i contrasti fra le classi. Essa ha posto solo nuove classi, nuove condizioni di oppressione, nuove forme di lotta in luogo delle antiche. [ ] Nella stessa misura in cui si sviluppa la borghesia, vale a dire il capitale, si sviluppa anche il proletariato, la classe degli operai moderni, i quali vivono fino a tanto che trovano lavoro, e trovano lavoro fino a che il loro lavoro aumenta il capitale. Questi operai, che sono costretti a vendersi al minuto, sono una merce come ogni altro articolo di commercio, e perciò sono egualmente esposti a tutte le vicende della concorrenza, a tutte le oscillazioni del mercato. [ ] Il proletariato attraversa diversi gradi di evoluzione. La sua lotta contro la borghesia incomincia colla sua esistenza. [ ] Ma con lo sviluppo dell industria il proletariato non cresce solo di numero; esso si addensa in grandi masse, la sua forza va crescendo, e con la forza la coscienza di essa. Gli interessi, le condizioni di esistenza all interno del proletariato 26 / IL SECONDO OTTOCENTO

Classe di letteratura - volume 3A
Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento