Federico De Roberto

IN BREVE Federico De Roberto | LA VITA | De Roberto nasce a Napoli nel 1861. Proprietario terriero, vive per lo più a Catania, dove muore nel 1927. Federico De Roberto nasce a Napoli nel 1861, ma vive quasi sempre a Catania, da cui si sposta solo per brevi soggiorni. Proprietario terriero, si dedica al giornalismo e alla scrittura narrativa. A partire dal 1890 progetta un ciclo di romanzi incentrati sulle vicende di una potente famiglia aristocratica siciliana. Addolorato dall indifferenza con cui viene accolta la sua opera e ammalatosi di nervi, trascorre in solitudine gli ultimi anni dell esistenza. Muore a Catania nel 1927. | LE OPERE | Autore di novelle, opere teatrali e saggi, De Roberto è famoso per il suo capolavoro, I Viceré, secondo volume di un ciclo di tre dedicato all aristocratica famiglia siciliana degli Uzeda. Testo PLUS «Chi è morta? La principessa? De Roberto descrive l immutabilità nel tempo dei rapporti di forza tra le classi, anticipando la visione del mondo di Tomasi di Lampedusa. Storia di una famiglia e Storia d Italia: I Viceré Pur essendo autore di molte novelle, opere teatrali e saggi, l importanza di De Roberto è legata soprattutto al suo capolavoro, il romanzo I Viceré (1894), secondo capitolo della saga degli Uzeda: il primo era stato L illusione, del 1891, narrazione degli amori infelici di una nobildonna siciliana; il terzo, postumo, si intitolerà L imperio. Con I Viceré l autore descrive la storia della casata Uzeda, che s intreccia a quella della Sicilia e dell Italia intera, negli anni che vanno dal 1855 al 1882, dalla caduta del regime borbonico ai primi anni del neonato Stato unitario. Uscita indenne da questo periodo turbinoso, la famiglia protagonista riesce a rinsaldare il proprio potere, superando invidie e contrasti interni pur di non perdere l atavico prestigio che le viene riconosciuto dall intera comunità. L assetto della società infatti non è cambiato: i rapporti tra la classe dominante e il popolo sono gli stessi, e i veri vincitori, anche dopo presunte rivoluzioni e sbandierati cambiamenti, sono i dominatori di sempre. Integratasi perfettamente nelle nuove istituzioni democratiche , perfino abbracciando essa stessa gli ideali di un cambiamento fittizio, la razza padrona degli Uzeda può mantenere intatto il proprio potere, perpetuando un egemonia che non verrà mai meno. Un crudo, dissacrante pessimismo In quest affresco di vita aristocratica, De Roberto riversa con acuto pessimismo una totale sfiducia nella Storia: fallite le speranze suscitate dal processo risorgimentale, egli descrive una realtà immutabile e cristallizzata in rapporti di forza destinati a non modificarsi mai realmente, con i popolani e gli umili condannati a rimanere vittime passive di signori e padroni. una visione ideologica che anticipa quella divulgata nel secondo Novecento dal Gattopardo, il capolavoro di un altro grande scrittore siciliano, Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1896-1957). Ritratto fotografico di De Roberto eseguito da Giovanni Verga il 4 dicembre 1887. LA CORRENTE / IL NATURALISMO E IL VERISMO / 155

Classe di letteratura - volume 3A
Classe di letteratura - volume 3A
Dal secondo Ottocento al primo Novecento